Si è svolto domenica il Disability Pride 2018, giunto alla sua quarta edizione in Italia, in contemporanea con New York e Brighton, per sollecitare le istituzioni a riconoscere i diritti alle persone con disabilità.
L’Angolo di Phil ha camminato al fianco dei tanti che la scorsa domenica sono scesi in strada a far sentire la propria voce, a chiedere di applicare le leggi presenti in Costituzione, firmate dalla convenzione Onu, e mai messe in pratica. Si combatte contro le barriere architettoniche e, soprattutto, culturali.
Durante il corteo è avvenuta la lettura dei suddetti diritti, alternata agli interventi degli esponenti delle associazioni che in Italia rappresentano le persone con disabilità. Non solo la viabilità su suolo pubblico, ma anche strutture ospedaliere e scolastiche mancano degli spazi di accoglienza e, spesso, anche del personale specializzato a lavorare al fianco di persone con disabilità. I mezzi e gli uffici pubblici sono inadeguati nel fruire servizio a tutti; mancano le rampe di accesso, i segnali tattili e sonori che possano facilitare le persone affette da cecità.
Questi sono solo alcuni dei tanti, troppi, disagi ancora esistenti dopo trent’anni di battaglie.
Siamo persone, non diversamente abili!
L’Italia è un paese che è rimasto indietro in materia di disabilità. Le istituzioni e la società discriminano nel mondo del lavoro, nell’assistenza sanitaria e della persona in tutti gli ambiti e, negli ultimi anni, sono state chiuse strutture che si occupavano di salute mentale tanto che oggi non si investe più in esse.
Oltre all’emarginazione di chi ha una disabilità, vengono abbandonate anche le famiglie, che devono contare il più delle volte sui propri mezzi. Come nelle famiglie in cui sono presenti membri con autismo, o con sindrome di Down – per fare alcuni esempi – vige una preoccupazione comune: chi si prenderà cura di loro dopo di noi?
È vergognoso che si possa curare solo chi ha il denaro per farlo.
Il corteo, organizzato da Carmelo Comisi, fondatore Disability Pride Onlus, ha attraversato Roma in Via del Corso, da Piazza Venezia a Piazza del Popolo, per far conoscere a tutti le difficoltà quotidiane in cui vivono molti, “per chiedere la parità di diritti, la possibilità di esprimere la propria volontà attraverso la firma digitale e la possibilità per tutti di usufruire di protesi e strumenti necessari per una maggiore indipendenza”.
Erano in tanti, ma troppo pochi per far smuovere chi fa ancora orecchie da mercante.
Non è solo la nostra. È una lotta di tutti!
Jessica Moscato