Quante volte diciamo ai bambini, ma anche agli adulti, “Non piangere, non sei più una bambina” oppure, quando ci rivolgiamo ai maschietti, “Piangere è da femminucce”.
Si associa il pianto al vittimismo, alla compassione, alla mancanza di responsabilità, e così piano piano la nostra società, le nostre credenze, hanno portato le nostre lacrime a trattenersi e nascondersi al nostro interno. Alcuni hanno dimenticato addirittura come si piange, tant’è che le lacrime non escono nemmeno nei momenti peggiori della loro vita.
Una continua repressione che non fa assolutamente bene alla salute mentale e fisica. Vediamo perché.
Perché piangere fa bene?
Una recente ricerca di William Frey, biochimico dell’Università del Minnesota (Usa) ha
dimostrato in modo scientifico che dal pianto nascono benefici sia fisici che psicologici. Lo
studioso ha infatti formulato la “recovery theory” cioè la “teoria della guarigione” secondo la quale le lacrime emozionali, cioè, quelle causate da un dolore o dalla commozione, sarebbero un vero toccasana per il nostro benessere.
Quali sono i benefici che il pianto apporta al corpo? E quali sono i danni che l’organismo
subisce se invece tratteniamo le lacrime?
Per saperne di più —> http://www.igeamagazine.it/2019/02/03/il-potere-delle-lacrime-sulla-nostra-salute-mentale-e-fisica/
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Dott.ssa Dominique D’Ambrosi – (Psicologa clinica e psicoterapeuta sistemico relazionale. Esperta in psicodiagnostica e valutazione psicologica in ambito clinico e peritale)