“Tutte le strade portano a Roma”: solo un vecchio modo di dire o è la realtà?

Alzi la mano chi non ha mai sentito pronunciare queste parole: “Tutte le strade portano a Roma”.

Si tratta di un antico proverbio della cultura popolare italiana, si, ma da cosa trae origine? Ce lo siamo mai chiesti?

Sicuramente dall’efficiente sistema di strade dell’antica Roma, su cui buona parte si basa l’attuale sistema viario italiano. Molte strade consolari partivano da Roma e, quindi, prese in senso contrario, “portavano a Roma”. Le strade attuali statali, contrassegnate con i numeri da 1 a 8, sono tutte ex strade consolari romane: Aurelia, Cassia, Flaminia, Salaria, Tiburtina, Casilina, Appia, Ostiense.

“Tutte le strade portano a Roma” è anche il titolo di un film del 2015, diretto da Ella Lemhagen e con attori come Raoul Bova e Sara Jessica Parker (All Roads Lead to Rome).

Sappiamo che ogni dialetto ha i suoi modi di dire peculiari, ossia espressioni o frasi idiomatiche che spesso non possono venire tradotte in alcuna altra lingua. Si tratta di uno dei tanti modi in cui personalizziamo la comunicazione fra di noi.

Omnes viae Romam ducunt, dicevano i latini, Tutte’ e strade pòrteno a Roma, ribadiscono i romani in dialetto.

Ma è vero ciò?

SISTEMA STRADALE – Roma, la città eterna, è da sempre considerata il centro del mondo. È un leit motiv che si ripete quando si vuole dire che qualsiasi decisione si prenda, porterà sempre allo
stesso risultato. Ma l’origine si va a ricercare nel fatto che a Roma il sistema viario era così all’avanguardia che è stato preso a modello per tutta l’Italia. E non si tratta solo di una credenza popolare.

Gli antichi romani davvero avevano organizzato il sistema stradale per far sì che ogni via portasse a Roma, specie quelle che partivano dalle città principali, dai mercati e dalle fortezze legionarie.

MOOVEL LAB – Infatti, in Germania e precisamente a Stoccarda, qualcuno ha pensato bene di creare una mappa (non solo di Roma) per appurare se l’antico detto sia vero o no.

Si tratta del team di Moovel Lab,  tre scienziati che hanno voluto dare una rappresentazione visiva del sistema viario creato dall’Impero Romano ormai migliaia di anni fa e il risultato è sorprendente. (QUI potete andare sul loro sito)

Effettivamente, almeno per quanto riguarda l’Europa, è proprio vero che tutte le strade portano a Roma.

Gli scienziati hanno individuato 486,713 punti di partenza e usato un algoritmo per determinare quale fosse la strada più veloce per arrivare alla città eterna. Ci sono volute più di cinque ore per completare la mappa in una rete di strade che copre un’area di
26.503.452 km quadrati.

Il risultato? Quello che è possibile vedere, è che da qualunque punto si può arrivare a Roma. La mappa interattiva evidenzia un intrecciato sistema di reti stradali, un apparato ad albero che porta verso la città e dove sono ben riconoscibili i tracciati delle autostrade A24 e A25.

Le strade romane, in conclusione, furono fra le più grandi opere mai costruite nella storia antica. Esse costituiscono ancora oggi una imponente rete di comunicazione che attraversava in passato tutto l’impero. Questo immenso complesso realizzato dai Romani rappresenta un’opera di straordinaria ingegneria che ha portato la loro civiltà ad essere all’avanguardia in tutto il mondo allora conosciuto.

Ecco, in ogni modo di dire, in ogni bizzarra espressione, si può scovare sempre un significato nascosto, profondo, che venendo a galla ci arricchisce di nozioni e di storie importanti tanto da farci riflettere su ogni cosa che si dice. Le parole hanno un peso, hanno un significato soprattutto e sta a noi cercarlo, con la curiosità che contraddistingue tutti noi, che ci porta lontano, ma ci avvicina sempre più in quanto cittadini del mondo.

“Ora rivede Roma, la città della storia visibile, dove il passato di un intero emisfero sembra avanzare in funerea processione con strane immagini ancestrali e trofei ammassati da antiche terre” [George Eliot]

“Roma non è una città come le altre. È un gran museo, un salotto da attraversare in punta di piedi” [Alberto Sordi]

Silvana Volpe

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