Il Gabibbo: la sua storia, tra problemi d’immagine e il vero volto del ‘besugo’

Tra un ‘besugo’ e un ‘belandi’, la figura del Gabibbo è ormai un must dell’immaginario collettivo italiano. Prossimo a compiere l’età di 25 anni, il pupazzo rosso fece la sua prima apparizione il 1° ottobre 1990 nel noto programma ‘Striscia la Notizia’.

In quest’ultimo periodo spopolano anche pagine Facebook che ritraggono il Gabbibo come un uomo distrutto, trattato da tutti come un semplice pupazzo asessuato ma che in realtà ha sentimenti profondi e radicati.

L’ETIMOLOGIA DEL NOME – Personaggio ideato dal famoso autore Antonio Ricci, il suo nome deriva da una parola genovese “gabibbu” che era il titolo che i marinai genovesi davano agli scaricatori del porto di Massaua, in Eritrea, chiamati così perché un nome proprio diffuso in quel luogo era Habib che significa  Amato. Divenuto in seguito un termine ironico-dispregiativo che designa coloro che non sono liguri e che durante gli anni della forte immigrazione proveniente dal sud Italia veniva impiegato per indicare i meridionali, ma con significato meno offensivo e più scherzoso rispetto al termine “terrone”.

CONTROVERSIE SULL’ASPETTO – Nel 2003, la Western Kentucky University ha fatto causa a Mediaset e a Giochi Preziosi per 250 milioni di dollari, sostenendo che il pupazzo del Gabibbo fosse copiato dalla mascotte dell’università, di nome Big Red.

Nel sostenere questa accusa è stata citata un’intervista di Ricci a Novella 2000 del febbraio 1991, in cui il regista aveva affermato che il pupazzo di Striscia la Notizia era stato ispirato da una foto di Big Red. Ricci dopo la denuncia avrebbe poi smentito la vecchia intervista, sostenendo di non aver mai visto l’immagine di Big Red prima che gliela mostrasse il giornalista di Novella 2000 e che la risposta era stata concordata per scherzo.

big red mascotte

Il 12 dicembre 2007 Antonio Ricci, Striscia la Notizia e il Gabibbo sono stati scagionati dall’accusa di plagio. Ma, il 6 aprile 2012, “Striscia la notizia” ha informato i telespettatori che in un altro procedimento il Tribunale di Milano ha ravvisato invece uno sviluppo evolutivo da parte del Gabibbo e quindi un plagio nei confronti della mascotte disegnata da Ralph Carey nel 1979, l’ex studente americano che aveva ideato Big Red, con l’obbligo di risarcirlo per una somma mai realmente quantificata. Mediaset ha fatto ricorso urgente, chiedendo e ottenendo la sospensione del pagamento in attesa del processo d’appello. Con sentenza del 9 gennaio 2014, la Corte d’Appello di Milano ha riformato la sentenza di primo grado e ha respinto le richieste di Ralph Carey, accogliendo in toto la linea difensiva di Antonio Ricci, Copy, Rti e Mediaset.

CHI C’E’ DIETRO LA MASCHERA – La vera curiosità degli italiani, è stata sempre e solo una: chi c’è dietro il Gabibbo? Che faccia ha l’uomo che impersona il pupazzo rosso?

Ebbene la risposta non porta un solo nome, ma sono ben due le persone che agiscono per dar vita al Gab. Stiamo parlando di Gero Caldarelli e Lorenzo Beccati.

Il primo è un famoso mimo italiano ed è colui che si trova all’interno del pupazzo. Essendo Caldarelli alto 1 metro e 53, il Gabibbo venne progettato per essere alto 1 metro e 65, permettendo così a Gero di guardare il mondo esterno tramite la bocca che gli permette di avere una visibilità maggiore sul palcoscenico.

Il secondo, è un autore televisivo e scrittore nato a Genova ed è colui che da la voce al personaggio. E’ lo stesso doppiatore delle voci di Paperissima Sprint, come il famosissimo “stiamo vicini vicini”. Beccati, ha raccontato che la voce del Gabibbo sarebbe quella di un ex-ergastolano che lavorava come piastrellista, con un atteggiamento di meraviglia e stupore, che si andava a mescolare con il tipico comportamento dei ragazzi della periferia genovese di quando Beccati era giovane.

Difatti, il termine ‘besugo’ prende vita proprio dal dialetto genovese che corrisponde all’italiano “poco furbo”, “stupido”, “cretino”. Mentre il termine ‘belandi’, deriva dal “belìn” genovese e si riferisce all’apparato riproduttivo maschile, con valenza ancora più esplicita e volgare di “cazzo”.

Insomma tra il nome che viaggia sul dispregiativo verso il Sud, le sue frasi doc che danno dello stupido e continui riferimenti col suo ” Uè Belandi” come a dire “Uè Cazzoni”, che questo Gabibbo sono 25 anni che si prende gioco di tutti e nessuno ci ha mai fatto caso?

 

CHE DICI?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *