“Uno dei pochi momenti in cui il paese si ferma a riflettere riunendosi in un unico abbraccio proprio come accadde quella notte, quando dopo la scossa in un punto del paese, verso il torrente che ci separa da Laviano, la terra squarciarsi. C’era il fuoco, un boato terribile, sentivo le persone urlare e improvvisamente ho visto con i miei occhi il paese andare giù, scomparve improvvisamente, dopo non restò che polvere, polvere ovunque e il cielo stranamente era limpido come mai così prima, c’era la luna, sembrava illuminare il paese o quel poco che restava”, racconta una donna della zona.
Molti si rifugiarono sulla parte alta del paese mentre alcuni iniziarono a scavare sotto le macerie sperando di trovare dei superstiti. Una notte terribile, surreale.
La notte e nei giorni a venire il governo dimostrò di non essere preparato a un’emergenza simile. Il sud era sprofondato, i soccorsi non riuscivano ad addentrarsi, le strade erano state spazzate via e tutto o quasi fu affidato alla disperazione degli abitanti che iniziarono a scavare con le mani.
Nei freddi mesi che vennero si iniziò a studiare un piano di recupero, il primo fu che con una legge fatta ad hoc, la famosa 219, che ha premiato la distruzione e la ricostruzione ex novo a discapito del recupero e del restauro [chi riparava la propria casa era penalizzato con una decurtazione del 20% sul contributo] fu praticamente annullato il patrimonio preesistente, la nostra storia. Questo diede il via al radere al suolo tutto quello che era possibile, alcuni paesi era complesso e dispendioso abbatterli perchè molti abitanti iniziarono a difendere le proprie case, quindi si decise di collocare interi paesi in altre zone, furono praticamente estirpati e trasferiti in un’altra sede spianata per l’occasione ove potevano costruire liberamente, per il “bene di tutti”.
Con l’articolo 21 della legge 219 si distribuiscono contributi a tanti grandi e piccoli imprenditori. Bastava semplicemente farne domanda così da poter ottenere finanziamenti per la riparazione dei danni e spostare eventualmente l’azienda in altre zone [come il nord]. La lista con i nomi degli imprenditori che otterranno questi finanziamenti è coperta da un fitto riserbo, ci fu il boom insomma, ci furono nascite e invasione. Molti vennero dal nord ad “aiutarci” tra cui troviamo: la Ferrero, la Parmalat …
IRPINIAGATE – Nel finire degli anni ottanta la magistratura iniziò ad indagare su un’inchiesta che chiamarono l’Irpinigate, come sono stati spesi i circa 50 mila miliardi di lire?
Mi correggo qui non è rimasto nulla di giovane, neanche l’edilizia. Alcuni hanno danzato sui morti, ci sono lapidi a cui nessuno porterà un fiore perché intere famiglie non esistono più.
Per non dimenticare il terremoto dell’Irpinigate.