Già nel 2013 secondo la FAO due miliardi di persone nel mondo si nutrivano abitualmente di insetti. Oggi l’utilizzo degli insetti in cucina o nella produzione di alimenti è ormai una tendenza, un vero trend del settore food. Tanto che tra i food lovers e i food blogger di tutto il mondo impazza già questa nuova moda.
La start up vicentina Fucibo ha deciso di investire tutto in questa direzione. Dopo aver lanciato, prima in Italia, sul mercato le patatine (chips) a base di farina di insetti, presenta ora un nuovo prodotto. I biscotti fatti con farina di insetti.
I cookies Fucibo sono prodotti utilizzando tra gli ingredienti farine di insetti autorizzate dalla UE. La scelta degli insetti è orientata alla sostenibilità. Gli insetti sono molto più efficienti degli animali di allevamento nel processare il cibo che assumono per trasformarlo in proteine. Per essere allevati hanno bisogno di poco spazio e poca acqua, si riproducono velocemente e il loro ciclo vitale comporta l’emissione di pochissimi gas serra. Sono facilmente collocabili all’interno di un sistema di economia circolare, dove fungono da veri e propri trasformatori di scarti alimentari in nuove preziose proteine. Gli insetti contengono inoltre tutti gli elementi nutritivi essenziali, soprattutto proteine complete, grassi, ferro e zinco. Le proteine sono uno dei nutrienti la cui richiesta è in aumento vertiginoso.
“I biscotti di Fucibo rappresentano il nuovo punto di incontro fra tradizione e innovazione – ci spiegano Davide Rossi e Lorenzo Pezzato, cofounder di Fucibo – una ricetta leggera e deliziosa in cui si sposano alla perfezione farina di mais, burro, uova, zucchero, aroma di vaniglia e limone, capace di far rivivere il sapore e il profumo dei biscotti fatti in casa dalla nonna. La parte innovativa della ricetta è ovviamente la farina di insetti, che li rende più sostenibili e speciali anche dal punto di vista nutrizionale con un notevole apporto di proteine, vitamine, grassi buoni e fibre”.
Si tratta di una vera rivoluzione per tutto il settore dolciario. Sarà solo un trend di qualche anno o ci incamminiamo verso una nuova scelta di food sostenibile?
Filippo Folliero