Arte in Campus: la storia dietro le opere d’arte dell’Università degli Studi di Salerno

L’arte e la cultura rappresentano da sempre un binomio inscindibile volto alla reciproca valorizzazione. L’Ateneo di Salerno fonda la propria azione sulla promozione della cultura di eccellenza ma non solo, infatti, tende a valorizzare le espressioni artistiche e rappresentative del territorio e degli stessi attori del Campus.

Il modello organizzativo del Campus permette all’Ateneo salernitano di usufruire di numerosi spazi, utili per esposizioni temporanee e permanenti esempi di espressività artistica di eccellenza.

Ma quali sono le opere che arricchiscono il nostro Campus?

CHIOSTRO DELLA PACE – Opera principe è rappresentata dal Chiostro della Pace, fresco di restauro. Il progetto nasce come ipotesi di sistemazione dello spazio tra gli edifici del Rettorato e dell’Aula Magna, ideato da Ettore Sottsass jr. e completato dall’installazione di quattro sculture di Enzo Cucchi. Possiamo definire l’opera il risultato di un vero e proprio sodalizio tra l’architetto e l’artista, in quanto costituisce un notevole esempio di valorizzazione artistica ed ambientale del Campus. Inaugurato nel 2006, l’opera ha ricevuto, nel 2008, il Premio PAALMA, assegnato nell’ambito de La
Triennale di Milano in occasione di un Convegno sui “Nuovi Percorsi di Arte Pubblica”, accompagnato dalla pubblicazione di un volume sul Chiostro, adeguatamente illustrato e commentato.

LEGNI PARLANTI – Altra opera principe che corona l’Università di Salerno è rappresentata dai Legni parlanti di Cibelli, situati all’interno della Cappella Universitaria del Campus, intagliati da Paolo Cibelli come testimoni silenziosi della profonda dimensione spirituale dell’artista, offrendo la loro nudità ed essenzialità. Ecco, la parola chiave è “essenzialità”, in contrasto con un mondo in cui l’ostentazione ha preso il posto
della vera essenza di noi stessi. Lo stesso Cibelli asserisce che “cercando tra centinaia di pezzi, trovo sempre qualcosa che mi attrae, mi suggerisce, una figura, un volto, una posa”.

MNEMATA – E ancora ad ornamentare il Campus si erge una figura bronzea, il Mnemata, opera di Pietro Lista, artista nomade e transfuga, come viene definito da un noto critico.
Il titolo è riferito alla memoria dei luoghi contadini dove è sorta l’Università. Si tratta di una scultura di bronzo che assembla dodici elementi, tra cui un vecchio tavolo, una sedia di paglia, paia di scarpe e una pianta di ciliegio. Dodici elementi come dodici sono gli Apostoli, i mesi dell’anno, simboli che ricorrono nella pratica d’artista del Lista. Opera in cui la memoria di una cultura antropologica si reifica nell’oggettualità di prodotti culturali destoricizzati, ridotti a cadaveri, una modalità che rappresenta una costante nel lavoro dell’artista.

FURIA SELVAGGIA – Per concludere Furia selvaggia, scultura in lamiera di ferro, opera di Umberto Mastroianni. L’intervento dell’artista è da subito caratterizzato da un interesse al rinnovamento delle forme della scultura monumentale, attraverso l’elaborazione di schemi strutturali astratti e di derivazione cubofuturista. Tale opera, situata all’ingresso Sud del Campus, è stata donata dagli eredi dell’artista nel 2001. L’opera è datata 1975 e, Mastroianni, vi conferma il suo legame con le strutture lineari e dinamiche che quasi sempre formano la trama profonda delle sue opere scultoree.
È la linea che fa germinare, circondare la nascita di forme che a loro volta contengono un’intera costituzione di strati, schegge, appendici, che producono un movimento dall’interno all’esterno e viceversa. L’immobilità della struttura è rotta e frammentata nello spazio, ottenendo composizioni cosmiche e quasi immaginifiche.

L’arte come incontro di forme e spazi, come ricettacolo di emozioni, come collaborazione tra l’uomo e Dio, arte che si sposa con la cultura, offrendo a tutti la propria bellezza. Questo è ciò che offre l’Unisa, il punto di forza su cui fondare le basi di una nuova realtà, dove le giovani generazioni possano formarsi attente e preparate.

Esistono due modi per non apprezzare l’Arte: Il primo consiste nel non apprezzarla. Il secondo nell’apprezzarla con razionalità (Oscar Wilde)

Silvana Volpe

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