Molto spesso nel linguaggio comune, usiamo termini, espressioni e frasi che non sappiamo neanche perchè si debbano pronunciare in un determinato contesto ma lo facciamo e basta.
L’esempio più lampante, è il famoso “Hai le corna” o “Hai messo le corna“, che nel linguaggio di oggi equivale all’aver tradito il/la proprio/a partner o all’aver subito questo adulterio.
ANTICHITA’ – In tempi remoti, le corna venivano mostrate come simbolo di virilità e di forza, per questo molti personaggi come divinità e altri esempi di potenza, venivano rappresentati con un paio di corna sulla fronte. Molti Re di Macedonia, pretesero le corna sul loro diadema reale, così come molti eserciti del passato forgiavano i loro elmi da battaglia con delle corna, soprattutto i Vichinghi.
MITO GRECO – Una piccola storiella, che ovviamente non è la versione veritiera ma che riporto in breve, riguarda l’antica Grecia.
Si narra che sull’isola di Creta, la regina Pasifae, moglie del Re Minosse fosse molto restia ad avere rapporti sessuali. Fu così punita da Afrodite, Dea dell’amore, che la rese totalemente dipendente del sesso, praticamente una ninfomane. Dopo essere stata allontanata dal marito in una zona sperduta ed insolita di Creta, pur di soddisfare il suo bisogno si invaghì di un toro e pur di consumare l’atto chiese a Dedalo di costruirle una struttura a forma di mucca. Dalla loro unione nacque il famoso Minotauro e contestualmente l’abitudine degli abitanti dell’isola di salutare Minosse con il gesto della corna, per ricordargli che era stato tradito con un toro.
– L’IMPERATORE ANDRONICO E LA VERA NASCITA DEL ‘CORNUTO’ –
Il termine tanto diffuso oggi in Italia e in molte zone dell’Europa, nacque circa 1000 anni fa, ai tempi dell’Impero Bizantino, grazie (o a causa) dell’imperatore Andronico I Comneno, nato nel 1120; uomo violento, sanguinario e grande sciupafemmine.
I suoi parenti lo odiavano, perché riusciva a portarsi a letto ogni donna di parente altrui, cognata o cugina che fosse.
Dopo esser stato esiliato a causa del suo comportamento sia verso la famiglia, sia per aver stretto legami con nemici storici dell’Impero (Ucraini e Sultani di Damasco), fu fatto governatore della Cilicia. Qui, Andronico, si annoiava a morte e dopo aver lasciato moglie e figli, di tanto in tanto faceva rapire o seduceva in prima persona principesse di isole vicine.
Dal 1183 al 1185, Andronico salì al potere, dopo una serie di sotterfugi ai danni dei parenti (con tanto di uccisioni) che lo portarono al trono di Costantinopoli. Cominciò ad accanirsi contro i sudditi, soprattutto contro chi lo avversava. Oltre a fare imprigionare chiunque senza alcuna ragione, l’imperatore rapiva le donne e le manteneva come concubine fino a quando non si stancava. Poi faceva appendere sui muri delle case dei poveri mariti delle “teste di cervi per burlarsi di loro”.
Dal 1185 in poi l’espressione “cherata poiein” in greco significò “mettere le corna” per indicare lo scherno pubblico subito dai poveri mariti sudditi dell’imperatore Andronico.
Quando i soldati dell’esercito siciliano del Re Guglielmo II il Normanno entrarono nella città di Salonicco e videro le corna appese sui muri e le finestre di alcuni palazzi, ne chiesero il motivo. L’epiteto “cornuto” raggiunse così la terra di Sicilia, poi il resto d’Italia e infine altri Paesi europei.
Ma è divertente quanto curioso, ricordare anche la fine che fece il buon Andronico:
Dopo la caduta di Salonicco nelle mani dell’esercito siciliano, i sudditi-cornuti di Andronico insorsero contro di lui. Dopo essere stato catturato e seviziato, l’imperatore venne appeso alla facciata del suo palazzo, una punizione esemplare per tutto ciò che aveva fatto.