Ebola: trick or treat? Cosa fare e come premunirsi

Nel giorno in cui streghe e zucche incantate minacciano gli avari di dolci c’è posto anche per il virus dell’Ebola.

Forse è la prima volta, almeno nei nostri ricordi che Jack O’Lantern trova un accanito avversario: i travestiti da tute da decontaminazione. È quello che è successo a Dallas, nota cittadina del Texas, passata alle cronache in queste ultime settimane per aver ospitato la prima vittima americana del virus: il medico Thomas Eric Duncan. Proprio qui un cittadino ha addobbato la propria casa da luogo di quarantena generando numerose polemiche soprattutto tra i parenti del medico deceduto.

Fa davvero così paura questo virus? O si tratta di normale allarmismo popolare? Certamente l’OMS (organizzazione mondiale sanità) per prima e il resto della sanità a seguire non aiuta a placare gli animi passando dallo scongiurare ogni tipo di allarmismo a misure che a detta di alcuni appaiano eccessive. Come nel caso del medico valdostano, rientrato poche ore fa dalla Sierra Leone (ansa del 31/10/14) che ha così ritenuto eccessiva la scelta di isolamento di 21 gg presa dalla sua Regione.

Il livello di allarme è sicuramente elevato soprattutto nei confronti di un virus per cui è facile la diffusione e per cui non esiste una cura totalmente efficace. Per dare due numeri ad oggi il virus Ebola ha causato circa 3091 decessi e sono circa 6000 i casi, soprattutto in Africa occidentale, con un tasso di mortalità pari all’71% ,per non parlare della stima dei casi potenzialmente diagnosticabili. Il fenomeno certamente non è facile da controllare, ma sicuramente l’Occidente non ha prodotto mezzi abbastanza efficaci contro quella che potrebbe diventare una “catastrofe umanitaria”.

La nostra provincia, anche se nelle ultime settimane ha vissuto momenti di paura per lo sbarco di più di mille immigrati, la maggior parte dei quali provenienti da zone colpite dall’epidemia, si è allineata alle direttive ministeriali allestendo una zona di quarantena nell’ Ospedale di Salerno, anche se ad oggi non sono stati registrati casi sospetti.

Saranno sufficienti misure più ristrette di controllo per contenere l’epidemia? Ai posteri l’ardua sentenza. L’allarmismo produce paura e la paura incapacità, mentre ora il mondo ha bisogno di risposte e la risposta non sta in una ricerca di soluzioni politiche ed economiche, ma sanitarie.

Va investito innanzitutto nell’informazione e sul come comportarsi nei confronti del rischio, ma soprattutto nel campo della ricerca scientifica che è fondamentale ora come non mai nel fornire i mezzi necessari a combattere la diffusione del virus.

Per saperne di più potete consultare questo sito, QUI

A cura di Cosimo Mirra

 

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