In seguito al violento maltempo di questi giorni, il rione Pescara di Eboli si è di nuovo allagato con dei veri e propri fiumi d’acqua piovana che hanno letteralmente invaso le strade.
Ormai per i residenti del posto non è una novità e nonostante il sindaco Massimo Cariello qualche anno fa aveva dichiarato che grazie ad una accordo con una ditta specializzata sarebbero stati svolti dei lavori per realizzare un nuovo collettamento fognario in grado di far defluire l’acqua, dopo quasi tre anni siamo di nuovo punto e a capo.
UN PROBLEMA CHE RISALE AD OLTRE UN SECOLO FA – “Gli allagamenti non saranno più un problema”, dichiarava il sindaco ma c’è qualcun altro che invece sostiene che “gli allagamenti saranno sempre un problema”. A lanciare questa provocazione è il portavoce dello storico ebolitano, il prof. Francesco Paolo Abbinente, ovvero Raffaele Ciaglia, che tramite i documenti storici dell’archivio del professore spiegato come intorno alla fine del 1800, il terreno dove ora sorge il rione Pescara non era altro che una semplice falda acquifera.
“Quel luogo che si chiamava ‘Fondo Pescara’ era per metà di proprietà della famiglia La Torraca e l’altra della parrocchia di Santa Maria della Pietà che poi fu ceduto interamente al comune nel 1874. Circa 10 anni più tardi iniziarono pian piano ad edificare la zona, partendo da quello che oggi è l’odierno cimitero comunale, senza mai metter mano a ciò che c’era sotto il terreno, ma occupandosi solo del sopra. Quel luogo, dove oggi le abitazioni sono pregne di acqua ed infiltrazioni, è ancora pieno di acque sotterranee, che arrivano direttamente da Campagna e si stagnano in quella zona nel sottosuolo. Infatti anche il nome ‘Pescara’, deriva dal fatto che al tempo in quella zona si andava a pescare perchè vi erano enormi pozze d’acqua”
Questo spiega coma ad ogni pioggia torrenziale, le acque sotterranee vengono fuori da ogni tombino o grata che ci sia, straripando e creando un vero e proprio fiume in piena all’interno del quartiere.
Infatti, come ricorda il professore stesso, anche le case (o se preferite container) sistemati in quella zona dopo il terremoto dell’80 erano assolutamente fuori legge: “Non si può costruire su una falda acquifera, è reato. Il problema purtroppo è stato ignorato più di 100 anni fa e oggi non se ne ricorda quasi più nessuno ma l’origine di tutti i problemi risiede nel sottosuolo”
SI PAGA MA NON C’E’ MANUTENZIONE – E pure i cittadini avevano provato ad avvertire tutti che ancora una volta ci si sarebbe ritrovati nella stessa situazione, come Carmine Guerriero, residente del rione che fa notare come nonostante i pagamenti puntuali da parte dei residenti della case popolari della zona, non ci siamo mai stata alcuna manutenzione: “Noi paghiamo profumatamente e ci ritroviamo persone che dormono con il cellofan intorno, intonaco ormai pieno d’acqua che cade a pezzi, pilastri umidi, mattonelle sprofondate nell’acqua. Qui nessuno è moroso, basta nascondersi dietro questa scusa per non fare neanche i lavori ordinari”