“Uomo libero sempre avrai caro il mare!” recitava un aforisma di Charles Baudelaire.
In realtà sembrerebbe che l’uomo stia soggiogando questa immensa distesa azzurra che contorna le nostre terre, rendendolo contenitore di rifiuti di ogni tipo.
Ogni anno, infatti, vengono disperse solo nei mari italiani 53 mila tonnellate di rifiuti plastici. Il 4% viene trasportato dai fiumi. Il 18% (9.500 ton l’anno) proviene dalla pesca, acquacultura e navigazione. Il 78% (41.400 ton l’anno) dell’inquinamento da plastica proviene dalle attività costiere e dipende dalla gestione inefficace dei rifiuti, da intensi flussi turistici e da attività ricreative.
I ‘NUMERI’ DELLA PLASTICA – Le città costiere italiane che producono più rifiuti sono Catania, Venezia, Bari, Roma, Palermo e Napoli. Dopo la dispersione, il 65% della plastica rimane sulla superficie per 1 anno e si sposta per circa 10 anni. Il 24% (12.600 ton) della plastica dispersa dall’Italia nel Mediterraneo, ritorna sulle nostre coste entro 1 anno e a questa si aggiunge un ulteriore 2% che arriva da altri Paesi. L’11% della plastica si deposita sui fondali marini che sono quasi impossibili da ripulire. La plastica, tra l’ altro, è tra i materiali che restano più a lungo nei mari: un bicchiere può restare fino a 20 anni, una busta fino a 50 e un filo di pesca arriva addirittura a 600 anni.
COME NE RISENTE IL TURISMO – Sono 134 le specie mediterranee che ingeriscono plastica tra cui cetacei, tartarughe, uccelli. Solo in Campania registriamo 838 tonnellate ogni anno di rifiuti plastici sulle coste. Gli effetti di tale inquinamento si riversano anche nel settore turistico, fiore all’occhiello dell’economia campana e in generale di quella italiana. Ogni anno a causa della presenza di plastica il settore turistico perde 30 milioni di euro.
GENERAZIONE MARE – Proprio in ragione di questi agghiaccianti dati, il WWF, da decenni impegnato per la salvaguardia e la tutela del patrimonio naturale italiano, dà vita per il secondo anno consecutivo alla Campagna Generazione Mare 2019. La campagna avrà luogo in 100 differenti location italiane, che durante tutta l’ estate saranno teatro di svariati eventi ed iniziative che vedranno partecipare attivamente volontari, istituzioni, enti locali, ecc.
Tra le attività figurano: pesca sostenibile, consumo responsabile delle specie ittiche, aree marine protette del Mediterraneo, difesa di specie marine colpite dall’inquinamento della plastica o dal bycatch come tartarughe marine, cetacei, squali.
Inoltre, il WWF, sta spronando le Istituzioni per accelerare i tempi dell’adozione della direttiva europea sulla plastica monouso, la cosiddetta SUP (single use plastic) sulle plastiche monouso che prevede tutta una serie di divieti a partire dal 2021, compresi quelli riguardanti le bioplastiche.
Quest’anno il WWF amplierà le sue attività presenziando al Jova Beach Party, manifestazione, concerto o semplicemente spettacolo dell’artista italiano Jovanotti, facendo diventare così la spiaggia una nuova frontiera della musica e, nello stesso tempo, la musica diviene un modo per ricordarci che l’essere umani implica il rispetto per la natura e sui frutti, per il mare e i suoi abitanti.
La mission, come sempre per il WWF, è quella di costruire un mondo in cui l’uomo possa vivere in armonia con la natura, proteggendo habitat ed ecosistemi unici, tanto nel mondo, quanto e soprattutto nelle nostre splendide coste italiane.
Grazie al WWF anche quest’ anno potremo godere di ambienti naturali e nello stesso tempo potremo salvaguardarli, ricordandoci sempre che “non abbiamo ereditato questo mondo dai nostri genitori, ma l’ abbiamo preso in prestito dai nostri figli”.
Sara Perillo