Il fenomeno del “revenge porn” è sempre più diffuso, oggi purtroppo anche tra gli adolescenti. Il criminologo Antonio Leggiero ha risposto alle nostre domande, provando ad analizzare gli aspetti giuridici e criminologici del fenomeno.
Per “Revenge Porn” si intende ogni forma di diffusione non consensuale di immagini aventi un contenuto sessuale esplicito, vuole darci una definizione più precisa del fenomeno?
“Dal punto di vista criminologico il fenomeno del revenge porn (revenge pornography), rappresenta la condivisione di foto e/o video a sfondo sessuale di una persona senza il suo consenso, sia online che attraverso ulteriori mezzi di comunicazione. Dal punto di vista normativo, tale fattispecie di reato è stata introdotta – sulla scia emergenziale del verificarsi di diversi fenomeni (dalle conseguenze anche mortali) – dalla legge 19/7/2019 n. 69 (conosciuta con il nome di “Codice Rosso”), che ha introdotto nel nostro codice penale il nuovo articolo 612 ter denominato -Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti-. Tale articolo sanziona con la pena della reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro 5000 ad euro 15000 la condotta di chiunque dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza l’espresso consenso delle persone interessate, immagini o video sessualmente espliciti, destinati a rimanere privati”
Quali sono le conseguenze a livello psicologico ed affettivo per le vittime?
“Devastanti. Tant’è vero che in alcuni casi estremi, la sensibilità e la fragilità delle vittime ha condotto le stesse al suicidio. Non a caso si parla anche di – stupro virtuale-.”
Quando la pubblicazione di foto o video personali a sfondo sessuale diventano da “semplici” violazioni della privacy una vera e propria vendetta?
“Un conto è la normale violazione della privacy che conduce l’autore a divulgare senza consenso dell’avente diritto, un conto è il revenge porn (non a caso definito come vendetta porno). In quest’ultimo caso l’autore agisce con estremo accanimento ostile nei confronti della vittima, cercando disperatamente di diffondere le immagini proibite in quanti più contesti sia possibile, allo scopo di colpire la vittima nonché di arrecarle il maggior danno e discredito morale, sociale e lavorativo.“
Alcuni dati statistici confermano che nella maggior parte dei casi la vittima e il carnefice sono legati da una relazione affettiva. Lei ritiene che in questi casi vi sia già una “disfunzione” all’interno della coppia?
“In alcuni casi sì. E’ effettivamente possibile che all’interno della coppia vi sia qualche disfunzione relazionale ed affettiva preesistente, che poi si accentua e si amplifica dopo un’eventuale rottura, fino a giungere a comportamenti fortemente distorti e penalmente rilevanti come quello del revenge porn.“
In base alla sua esperienza ritiene che i carnefici abbiano dei profili di personalità specifici?
“L’autore del “revenge porn” è quasi sempre un maschio, prevalentemente di età fra i 15 ed i 45 anni, con tendenza alla platealità, vendicativo, narcisista ed incurante delle conseguenze dei propri atti, che servono ad appagare soltanto il suo ego ed il suo desiderio di vendetta”
In una lezione del nostro corso di giornalismo e web giornalismo presso il Liceo Classico di Eboli abbiamo affrontato il tema del Revenge Porn e abbiamo ospitato Priscilla, oggi pornoattrice e in passato vittima di Revenge Porn. Lei come spiega questo tipo di atteggiamento?
“In tutta onestà, non credo ci sia una qualche correlazione fra i due fatti”
Uno studio del 2018 dell’Osservatorio Nazionale dell’Adolescenza ha evidenziato come il 6% dei giovani compresi tra gli 11 e i 13 anni spedisce abitualmente le sue immagini a sfondo sessuale via Internet con un’incidenza femminile 2 su 3. Tra i 14 i 19 anni l’incidenza sale al 19%. Cosa può dire in merito a tali dati?
“Naturalmente, i consigli e le esortazioni sono quelli di sempre: controllare e monitorare il comportamento dei propri figli non soltanto nella vita reale, ma anche nell’universo virtuale, dove alcuni soggetti scatenano i peggiori istinti senza inibizioni, con la copertura dell’anonimato. Agli adolescenti va fatto comprendere che molte loro azioni non hanno finalità ludiche, ma possono essere connotate da cariche lesive nei confronti dei loro pari età. In questa azione, naturalmente, i genitori debbono essere corroborati dalla proficua e preziosa attività di educazione scolastica, che è indefettibile per un sano avviamento alla vita sociale.”
Quali sono i social network più usati in questi casi?
“Tutti. Oltre ad apposite chat di tipo specifico.”
Quali sono gli strumenti cui una vittima può ricorrere e i primi accorgimenti da adottare?
“Il consiglio che posso dare è di non avere vergogna e di denunciare sempre. Tuttavia, usando un vecchio slogan, è bene ricordarsi che “prevenire è meglio che curare”. Ragion per cui, è sempre opportuno non effettuare foto e/o videoriprese in contesti eccessivamente disinibiti, tenendo conto dell’alto rischio che oggi esiste della condivisione in rete, se non addirittura di comportamenti riconducibili al revenge porn.”
Sara Perillo