Quella del cambiamento climatico è una problematica che sta attanagliando tutto il Mondo. Dalle foreste che bruciano ai ghiacciai che si sciolgono, dalla desertificazione delle zone tropicali all’avanzamento dei mari, dai fiumi alle spiagge sempre più inquinati, nessun anfratto della Terra resta immune dagli scompensi provocati dalla stessa mano umana.
La città di Avellino e la questione ambientale – Tanto le Istituzioni sovranazionali, nazionali e locali, tanto i singoli cittadini sono chiamati a fare la loro parte quantomeno per ridurre gli effetti devastanti di questa piaga. Dopo manifestazioni portate avanti da vari ambientalisti anche la città di Avellino ha finalmente iniziato a prendere le misure necessarie per combattere il problema dell’inquinamento climatico. Città immersa nel verde dell’Irpinia, Avellino non è più la città pulita e piena di verde di anni fa. Proprio per questo, oltre alla manifestazione pubblica, i ragazzi del Comitato Provinciale Friday for future hanno colto l’occasione per ripulire delle zone della città lasciate al degrado. Dopo viale Italia, storico viale alberato ormai spoglio e in attesa di nuovi platani, i giovani ambientalisti si sono dedicati all’Eliseo da anni struttura degradata e abbandonata.
Seppure all’interno verta in condizioni discrete, essendo tra l’altro fornito di telecamere, la zona esterna si è presentata con vetri rotti, scritte sui muri, bottiglie sparse, sigarette, oltre che erbacce e mattoni saltati. Inoltre, nel Consiglio Comunale del 26 settembre è stata approvata all’ unanimità la mozione sull’ emergenza climatica e ambientale proposta dal Comitato Friday for Future e presentata Consigliere Francesco Ianadolo in qualità di capogruppo di Avellino Più e rappresentante di Avellino Prende Parte. Nella pratica le misure che dovrebbero essere attuate sono: utilizzo di plastica monouso a partire dallo stesso Comune, comunicazioni via Pec al fine di ridurre l’utilizzo di carta, eliminazione della plastica negli uffici pubblici e nelle mense comunali, una maggiore attenzione per la raccolta differenziata, utilizzo delle energie rinnovabili anche nella costruzione di edifici, riqualificazione e bonifica di zone esposte ad un altissimo rischio di inquinamento quali Pianodardine. Inoltre la mozione prevede l’istituzione di un tavolo tecnico nel quale i cittadini potranno confrontarsi con le Istituzioni.
La questione ambientale nel Mondo – Se i vertici europei si stanno muovendo da anni per affrontare la questione ambientale (è, infatti, del 2015 l’Accordo di Parigi con il quale veniva stabilito di mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2° C e fare i più grandi sforzi per non superare l’aumento di temperatura di 1,5 ° C rispetto ai livelli preindustriali), sono in realtà i movimenti che partono dal basso a dare l’impatto più forte alla lotta all’inquinamento. Ecco che nasce il Friday for Future, movimento solidale e prettamente giovanile nato allo scopo di smuovere le coscienze su una tematica così attuale e così importante per la vita di tutti. Figlio della tenacia di Greta Thumberg, la 16enne svedese che aveva iniziato a protestare nell’agosto 2018 davanti al Parlamento svedese ogni venerdì con l’obiettivo di forzare il governo a tagliare le emissioni di CO2 del 15% ogni anno, il Friday For Future è ormai un movimento che ha assunto proporzioni globali. Ad oggi sono stati tre i “Grandi scioperi globali per il clima”: il 15 marzo a Parigi, il 19 aprile a Piazza del Popolo a Roma, il 27 settembre in numerosissime città europee. Allo stesso modo i giovani e meno giovani dell’Extinction Rebellion, movimento per il clima e l’ecologia, hanno indetto una settimana di mobilitazioni in 60 città del Mondo dal 7 al 13 ottobre.https://angolodiphil.it/la-disobbedienza-teatrale-dellexctinction-rebellion-chi-siamo-siamo-te-foto/
Ma qual è il contributo delle Istituzioni italiane ed europee? – Per tentare di risolvere questo annoso problema, il 27 marzo 2019 è stata approvata dal Parlamento europeo la Direttiva Ue 2019/904 per la riduzione della plastica monouso https://angolodiphil.it/il-destino-dei-prodotti-in-plastica-monouso-dai-nostri-mari-allestinzione/. In Italia il 10 ottobre è stato finalmente approvato il cosiddetto “decreto clima“, che a detta del Ministro dell’ ambiente Costa rappresenta uno dei tre pilastri del “green new deal”, la nuova politica economica italiana. Intanto l’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) aveva sottolineato nell’ ultimo report di settembre 2019 la necessità di ridurre drasticamente la domanda di energia delle industrie, dei trasporti e degli immobili. In altri termini, per salvare il Pianeta, occorrerà ridurre del 45 per cento le emissioni globali di CO2 rispetto ai livelli del 2010 entro il 2030 e azzerare quelle “nette” entro il 2050. La quota di energie rinnovabili dovrà contemporaneamente arrivare al 70-85 per cento entro il 2050.
Sara Perillo