Il destino dei prodotti in plastica monouso: dai nostri mari all’estinzione

Se è vero che gran parte di esso è cagionato dai processi industriali, dagli impianti di incenerimento dei rifiuti, dalle centrali termoelettriche ecc., siamo anche noi nella nostra quotidianità a danneggiare la natura nelle sue varie forme.

Una preoccupante fonte di inquinamento ambientale, infatti, è l’uso dei prodotti in plastica che puntualmente si riversano nei nostri mari, fiumi e laghi, per poi finire ingeriti da varie specie animali. Giusto per fare qualche esempio nel Mediterraneo sono 134 le specie vittime di ingestione di plastica, tra cui 60 specie di pesci, 3 di tartarughe marine, 9 di uccelli marini e 5 di mammiferi marini.

Per tentare di risolvere questo annoso problema, il 27 marzo 2019 è stata approvata dal Parlamento europeo la Direttiva Ue 2019/904 per la riduzione della plastica monouso. Nata all’ interno della Strategia europea sulle materie plastiche , la cosiddetta SUP (Single Use Plastic) prevede per gli Stati membri l’obbligo di eliminare o ridurre la produzione e l’uso di determinati prodotti entro luglio del 2021 oltre che norme più severe per i 10 prodotti inquinanti più spesso ritrovati sulle spiagge europee. Nello specifico, sono individuati due tipi di approcci in base al livello di inquinamento del prodotto e della sua sostituibilità. Gli Stati membri sono chiamati ad eliminare del tutto i beni in plastica che non possono essere sostituiti in nessun modo e, per quanto concerne quelli facilmente sostituibili, invece, hanno l’obbligo definire gli obiettivi e le modalità di riduzione attraverso piani nazionali da comunicare alla Commissione Europea entro due anni dall’ entrata in vigore della Direttiva.

Ma quali sono nel dettaglio i prodotti in plastica usa e getta che non potranno più essere usati dal 2021?

• Bastoncini cotonati;
• Posate;
• Piatti;
• Cannucce;
• Agitatori per bevande;
• Aste da attaccare a palloncini (ad eccezione di quelli per uso industriale);

I prodotti per i quali, invece, è prevista una riduzione nella produzione e nel commercio sono:

• Tazze per bevande, inclusi tappi e coperchi;
• Contenitori per alimenti, ossia recipienti quali scatole con o senza coperchio usate per alimenti (ad esempio quelli utilizzati nei fast food per panini e hamburger e quelli per frutta o gelato).

Per essi è prevista una riduzione del 25% entro il 2025 e di almeno il 30% entro il 2030. Altre materie plastiche, come le bottiglie per bevande, dovranno essere raccolte separatamente e riciclate al 90% entro il 2025.

Inoltre la Direttiva prevede altre misure specifiche:

1) l’obbligo di informare e sensibilizzare i cittadini sull’ uso, riuso e riciclo di quei beni non facilmente sostituibili;

2)l’ obbligo di etichettatura per informare i consumatori sul corretto smaltimento dei rifiuti o dei mezzi di smaltimento da evitare;

3) misure relative alla progettazione dei prodotti.

Infine le misure di riduzione dovranno riguardare anche i rifiuti da tabacco, in particolare i filtri di sigarette che contengono plastica e gli attrezzi da pesca.

L’ITALIA – Vista la preoccupante situazione di inquinamento ambientale che attanaglia l’Italia (alcuni studi indicano che i livelli di contaminazione da microplastiche solo nella colonna d’acqua a Portici nel Golfo di Napoli e alle Tremiti sono paragonabili a quelli riscontrati nei grandi vortici oceanici) il nostro Paese si sta già mobilitando per combattere tale fenomeno. Dopo la campagna #plasticfree, il Consiglio dei Ministri ha approvato nel mese di aprile il Ddl “Salvamare” predisposto dal Ministro dell’Ambiente Costa (non ancora convertito in legge) e ha dato vita al credito d’imposta per la riduzione degli imballaggi. Non sono, però, solo le misure istituzionali a rendere virtuoso il nostro Paese. Sono, infatti, gli stessi italiani ad aver acquisito comportamenti improntati ad un’etica sostenibile che li induce a ridurre l’uso dei beni in plastica.

Secondo un’analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Eurobarometro, il 27% degli italiani sta già evitando di acquistare oggetti di plastica monouso come piatti, bicchieri o posate. Dunque, in attesa della conversione del Ddl “Salvamare” in Legge e del recepimento della SUP, non possiamo far altro che assumere nella nostra quotidianità comportamenti ecosostenibili, riducendo l’uso della plastica, ma anche ponendo attenzione allo spreco dell’ acqua e dell’ energia elettrica.

Infine, sarà opportuno tenere d’ occhio, soprattutto in questa calda estate , le varie ordinanze comunali che già stanno piovendo per regolare l’ uso dei beni in plastica nelle nostre spiagge.

Sara Perillo

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