Olevano, XV edizione della “Saga del brigante Nardantuono”: rievocazioni storiche e tradizioni del tuscianese

La Saga del Brigante Nardantuono giunge quest’anno alla XV edizione, riproponendosi come un evento dal valore storico-culturale che prenderà vita all’interno di un anfiteatro naturale con una scenografia mozzafiato, in quel di Olevano il prossimo 4 agosto.

Una rappresentazione teatrale che ricostruirà un quadro storico e rievocativo del tuscianese arricchito tramite canti e musiche tradizionali a cura dei Briganti Dell’Ermice. Essenziali e fondamentali saranno le tre storie principali raccontate durante la manifestazione.

LA STORIA PRINCIPALE – La prima, e più importante, è appunto la storia del Brigante Antonio di Nardo, detto Nardantuono, e del rapimento del sacerdote Giuseppe Olivieri, che successivamente alla sua liberazione decise di raccontare l’accaduto in un diario personale, pubblicato nel 1897. Nardantuono si propone come una figura misteriosa e affascinante, in quanto ha lasciato una chiara testimonianza che certifica il suo vissuto nei luoghi del tuscianese, ovvero la “Grotta Di Nardantuono”. Quest’ultima è visibile a sua volta all’interno della Grotta di San Michele e secondo alcune ricostruzioni storiche veniva utilizzata come rifugio dal suddetto brigante.

Nel 1949 venne scoperto infatti un collegamento tra le due grotte che consiste in una bassa galleria ricavata in maniera artificiale e che permette il transito carponi e a ritroso: un tratto completamente oscuro che una volta superato conduce ad un ambiente suggestivo e illuminato caratterizzato da tre balconi naturali che permettono una visione panoramica dell’intera valle fino al mare.

Dal diario personale del sacerdote Giuseppe Olivieri, invece, si evincono tratti descrittivi dei tre briganti che lo rapirono, tra cui Nardantuono, definito dal sacerdote come “un diavolone color carbone dal guardo scuro e bieco” e Antonino Maratea (altra componente fondamentale delle storie principali della rappresentazione) definito come “un omiciattolo dagli occhi felini”, nonché Gaetano Manzo di Acerno, descritto come “un giovane dalle mosse sgherre e l’occhio cervino”.

La seconda storia è incentrata sul rapimento di Berniero, un giovane ragazzo Olevanese catturato dai briganti. Infine è narrata la storia del suddetto brigante Antonino Maratea, detto Giardullo, di Campagna, di cui verranno raccontati episodi allietanti e caratterizzanti della sua vita che affascineranno e emozioneranno piccoli e adulti.

La rappresentazione avrà inizio alle ore 18.00 per sfruttare la luce naturale del sole e soprattutto la componente suggestiva del tramonto e vedrà la partecipazione di attori non professionisti, nonché la degustazione di prodotti tipici e gastronomici locali.

Dunque non vi resta che segnarvi questa data per vivere un’esperienza all’insegna del fascino popolare, storico e tradizionale tuscianese.

Andrea Della Rocca

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