La comunicazione… oggi. Vi siete mai posti queste domande?

Non si può non comunicare. È il primo assioma della comunicazione e vuol dire che qualunque atteggiamento assumiamo comunica comunque qualcosa agli altri e a se stessi. Eppure, noi giovani soprattutto, siamo diventati esperti nell’arte del “non comunicare”. Possiamo dare la colpa alla tecnologia, possiamo usare come scusa quella che non ci fidiamo degli altri, o che la società non ci apprezza. Fatto sta che preferiamo sempre più guardare lo schermo del nostro cellulare e sempre meno guardare negli occhi chi è seduto accanto a  noi e magari ci sta parlando.

È innegabile che la tecnologia avvicina i lontani, ma va anche detto che è maestra nell’allontanare i vicini.

Siamo tutti intrappolati nella rete: passiamo le giornate con la connessione dati accesa per restare in contatto con persone dall’altra parte del mondo, stringiamo amicizie virtuali che solo raramente, purtroppo, si rivelano fondate su qualche valore. Si chiamano social network, ma in realtà di sociale hanno ben poco.

Per esempio, quante volte vi siete soffermati a guardare vostra madre e a chiederle a cosa pensa? Oppure a chiacchierare con quel ragazzo alla fermata dell’autobus che sembra così antipatico? Potreste sorprendervi nello scoprire quanto siano interessanti certe banali quotidianità.

Perché per quante emoticon possano esserci su whatsapp, nessuna di esse potrà mai sostituire l’espressione della vostra migliore amica quando le date una buona notizia o il rossore per l’imbarazzo di una persona tanto speciale per voi. Ciò non vuol dire rifiutare la tecnologia, assolutamente: sarebbe come disprezzare il progresso, e il progresso è il motore dell’umanità.

Inviate il buongiorno alla vostra amica, auguratele buon compleanno, se necessario discutete con chi vi ha fatto arrabbiare, ma appena possibile incontratevi, parlate guardandovi in viso o resterete amareggiati nello scoprire che la tecnologia è solo un’illusione.

Gli occhi tradiscono tutte le nostre emozioni e ci ricordano quanto siamo fragili. Esprimono. Parlano. Specchiano e riflettono. Riflettendo si specchiano, non a caso sono “lo specchio dell’anima”.

Non abbiate paura di farvi avanti e fidarvi perché non è vero che ad ogni angolo c’è un mostro; andate oltre i vostri display, guardatevi intorno e troverete le risposte dove meno ve lo aspettate. Parlate, non abbiate paura di sembrar matti. Se avete voglia di ridere, ridete con una persona vera, se avete bisogno di coraggio chiedete, perché non lo troverete online.

Einstein diceva: “Ci sono due modi di vivere la vita: uno è pensare che niente sia un miracolo, l’altro è pensare che ogni cosa lo sia”. La comunicazione è il più grande dei miracoli, è la chiave del progresso, lo strumento della civiltà, e sarebbe stupido darlo per scontato.

A cura di Manuela Citro

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