Prosegue quella che molti hanno definito ‘la folle corsa’ del Brasile verso i Mondiali di calcio, che si svolgeranno quest’anno, tra ritardi, proteste e paura.
Il paese carioca è diviso. I manifestanti che in questi mesi hanno invaso le strade delle maggiori capitali brasiliane protestano per i costi da capogiro finora sostenuti dal governo per la realizzazione degli impianti:
“Nel 2007 l’allora presidente della Federazione, Ricardo Terra Texeira, aveva detto che questo Mondiale sarebbe stato pagato interamente dai privati”, commenta Bernardo D’Itri, reporter della Folha de Sao Paulo, “invece oggi sappiamo che, al 98%, saranno spesi soldi pubblici”.
Il mondiale di calcio più costoso della storia. Tutto il ‘carrozzone mondiale’ pare sia costato decine e decine di miliardi di dollari (non si hanno stime certe) e due vite (gli operai morti a novembre, ma è di 6 il conto delle vittime del lavoro negli stadi). Al contribuente brasiliano la prossima Coppa del Mondo costerà globalmente quanto le ultimi tre messe insieme, ovvero Corea-Giappone 2002, Germania 2006 e Sudafrica 2010, considerando poi che in Brasile non ci sono ne ospedali ne lavoro e le condizioni in cui versano le favelas sono davvero proibitive, tutto ciò sembra un vero e proprio schiaffo alla povertà.
Ma i problemi del popolo brasiliano non finiscono qui. Non solo danni a livello economico, ma soprattutto vere e proprio battaglie delle forze dell’ordine contro i manifestanti che difendono la loro giusta causa. La polizia carioca, sotto le direttive del governo, ha attuato la linea dura contro tutti coloro che hanno intenzione di boicottare od opporsi alla manifestazione, ed in molti quartieri vige il caos e la distruzione.
Come facilmente prevedibile le forzature su ordine delle autorità governative stanno aumentando, con il pretesto ufficiale di espellere bande di narcotrafficanti e installare presidi permanenti di polizia nei quartieri periferici della megalopoli. Peccato che a farne le spese sono migliaia di poveri abitanti, molto spesso di origine migrante o provenienti dall’entroterra del paese carioca, che stanno vedendo uno stato di continuo assedio fin dentro le abitazioni. I residenti dei quartieri sotto attacco hanno accusato le forze di polizia di attuare indiscriminate torture in strada al fine di estorcere informazioni su bande di narcotrafficanti, di radere al suolo interi gruppi di abitazioni o addirittura di fare pulizia etnica degli stessi residenti delle favelas, compresi ovviamente gli ingenui bambini che vivono in quei quartieri, con il solo scopo di evitare di dare una cattiva impressione all’opinione pubblica mondiale.
Una manifestazione sportiva che di per sé dovrebbe trasmettere ideali di lealtà, rispetto e aggregazione trasformata ancora una volta in un’occasione per lucrare alle spalle della classe meno abbiente che, di questo Mondiale, poteva fare tranquillamente a meno.
Nel video seguente, potrete vedere con i vostri occhi… Benvenuti ai Mondiali di ‘Brasile 2014’