Dopo 50 anni quel famigerato 20 luglio del 1969 viene ancora ricordato come un momento
unico per la storia dell’umanità.
“One step for a man, one giant leap for mankind!” è la frase che pronuncia l’astronauta statunitense Neil Armstrong alle 20: 17 del 20 luglio 1969, quando posa il
primo piede umano sulla superficie lunare. Solo 19 minuti dopo vi approdò Edwin “Buzz” Aldrin, mentre il terzo uomo dell’Apollo 11 Micheal Collins rimase in orbita attorno alla Luna.
SBARCO LUNARE SINONIMO DI GUERRA FREDDA – Oggetto di contesa tra l’URSS e gli Stati Uniti, la Luna era rimasta immacolata per anni, fino a quando il 3 novembre 1957 il satellite artificiale sovietico lo Spuntnik 2 portò nello spazio il primo essere vivente, la cagnetta Laika. Il 12 aprile 1961 era arrivato in orbita il primo uomo Yuri Gargarin. Spetta però agli Stati Uniti l’onore di aver portato sulla Luna il primo uomo, regalando a noi piccoli terrestri il sogno di poterlo un giorno emulare e provare l’ ebbrezza dell’assenza di gravità in quello che definirei universo parallelo! L’ 11 dicembre del 1972 il comandante della missione Apollo 17, Eugene Cernan, è stato l’ ultimo uomo a lasciare la sua impronta sul suolo lunare.
Per decenni il sogno lunare è rimasto tale. Il prossimo sbarco, invece, sarebbe programmato per il 2024. Gli Stati Uniti, infatti, stanno elaborando il programma Artemis e stanno cercando di coinvolgere il Giappone nell’ impresa. In attesa del prossimo “allunaggio” non ci resta che celebrare i 50 anni da quell’evento, provando a respirare l’emozione provata dagli uomini dell’ Apollo 11, o quantomeno provando ad immergerci nelle atmosfere di quegli anni, immaginandoci seduti su un divano davanti alle immagini in bianco e nero di quello sbarco e immaginandoci ad ascoltare le telecronache poco nitide del tempo.
LUNA ROSSA – Siamo nel 1969, ma un volo pindarico ci riporta sulla terra nei nostri giorni. E’ luglio 2019, 50 anni dopo il primo “allunaggio” la Luna, unico amico con il quale il solitario può parlare ci regala uno spettacolo straordinario! E’ la notte tra il 16 e il 17 luglio, solitari e non, eravamo tutti con il naso all’insù a vedere l’Eclissi parziale di Luna. Il fenomeno, visibile anche ad occhio nudo, nonostante il cielo nuvoloso di questi giorni, ci ha regalato una notte davvero magica! Chi ha varcato mari e monti per poter assistere a tanta bellezza narra di uno spettacolo non meno straordinario dell’eclissi totale di Luna del 27 luglio del 2018.
Se l’anno scorso nostra signora Luna era accompagnata da Marte poco distante da essa; quest’ anno i cavalieri che l’hanno accompagnata sono stati Saturno “il Signore degli anelli” visibile un po’ più a destra e in alto, e Giove, un po’ più distante. Per l’occasione Luna e Saturno sono risultati “incastonati” nella spettacolare costellazione del Sagittario. Eclissi parziale e non totale come quella dell’anno scorso, ma comunque capace di incantare chiunque abbia teso lo sguardo alla volta celeste.
Il fenomeno astronomico ha avuto inizio alle 20:45 quando la Luna è entrata nella penombra della Terra. Il picco massimo dell’evento è stato raggiunto alle 23:30 quando si è oscurata gran parte della superficie lunare, ma non tutta, ed è terminato alle 2:20 del mattino del 17 luglio quando l’ ombra terrestre ha iniziato a scemare.
Ma perché la luna si tinge di rosso?
In generale, un’eclissi si verifica quando l’ombra della Terra copre (del tutto o solo in parte) la Luna, mentre Sole, Terra e Luna si trovano allineati in quest’ordine. Dunque, la Luna entra nel Cono d’ombra della Terra. Il colore rossastro che la colora è dato dalla rifrazione dei raggi solari “piegati” dall’ atmosfera terrestre. Per questo si parla di “Luna Rossa” o “Luna di sangue” . Nel caso del 16 luglio si è trattato di eclissi parziale, in quanto la Luna risultava non sufficientemente vicina all’eclittica, ovvero all’orbita che il Sole sembra disegnare intorno alla Terra. Il fenomeno, però, è stato reso ancora più straordinario dal passaggio accanto alla Luna della Stazione Spaziale Internazionale tra le 23: 03 e le 23: 12 a circa 400 chilometri di altezza.
Dunque non solo una solitudine pura e una pace profonda sono le cose migliori che la luna possa offrire agli uomini come scrive Murakami, ma anche una luce calda e profonda che quando si tinge di rosso diviene ancora più suggestiva per l’animo umano, tanto da poterlo turbare o rassicurare.
Sara Perillo