Il Vaticano non basta. Solo minacce ma ancora zero attentati in Italia – meno male – e nessuno si spiega il perché. Non ci consideriamo masochisti e non abbiamo intenzione di attirarci sfighe di ogni sorta, ne tanto meno augurarci una strage in casa nostra, perciò ci scusiamo dall’inizio se questo excursus sul tema potrà sembrare piuttosto cinico ma è fondamentale per capirne alcune dinamiche.
Ad onor del vero dobbiamo dire che qualche spiegazione è arrivata, ma è sembrata molto vaga e dissonante con ciò che corrisponde alla realtà dei fatti. Quella per certi versi più “populista” riguarderebbe una poco plausibile protezione del territorio da parte di mafia, camorra e ‘ndrangheta, ma dalle indagini risulterebbe il contrario: pronte a fare affari con chi capita, ma senza rischiare di compromettere tutto per pochi isolati fanatici.
Un’altra spiegazione farebbe ricadere i meriti della nostra “verginità” terroristica sui nostri servizi segreti, in grado – pare – di sventare sul nascere le iniziative degli jihadisti: a chi crede a questa bella favola invitiamo a mettersi comodi e googlare Organizzazione Gladio.
Una teoria apparentemente interessante invece designerebbe l’Italia come un’insostituibile punto strategico per i terroristi: l’unica via d’accesso ai paesi europei, senza passare per gli aeroporti presidiati, è quella di terra, e il nostro paese sarebbe un corridoio perfetto. Questa teoria però non è supportata dalla questione posta in essere dall’Italia stessa, che è il simbolo della cristianità, e che in quanto tale non dovrebbe essere passaggio, ma capolinea! Roma, la Santa Sede, che esercita la propria sovranità sullo Stato della Città del Vaticano, dovrebbe essere tra gli obiettivi primari di questi fanatici senza scrupoli. Per non parlare dell’Istituto di viale Jenner a Milano, definito, anni addietro, dal Dipartimento del Tesoro statunitense «la principale base di Al Qaeda in Europa».
Ma allora perché l’ISIS, o il terrorismo di matrice islamica in generale, continua a non fare vittime in Italia? I più critici a riguardo, oggi definiti bellamente “complottisti”, stentano perfino ad attribuire agli attentati fin ora compiuti una matrice religiosa, ricercandone i veri mandanti nell’élite finanziaria che, attuando una politica definita di “terrore”, segretamente controllerebbe la popolazione e le sorti del mondo intero. Azioni da commando paramilitare, passaporti “dimenticati” e manichini insanguinati sui luoghi delle stragi potrebbero già da soli destare qualche sospetto, se poi volessimo tornare indietro e parlare dell’ 11 Settembre… be’, non basterebbe questo articolo.
Per cosa differisce l’Italia da tutti i luoghi già attaccati dallo Stato Islamico? Francia, Spagna, Belgio, Germania e Gran Bretagna sono tutti Stati in cui il multiculturalismo è già affermato mentre il nostro paese, in questi anni, sta subendo un’invasione multiculturale controllata, voluta e spesso giustificata, dalle pressioni e dalle ingerenze dei paesi occidentali in Africa e Medio-Oriente. Le nostre periferie, povere e malfamate, sono in una situazione di degrado stagnante che il fenomeno dell’immigrazione può solo peggiorare, non per pregiudizio ma per mancanza di controllo, e le manifestazioni di insofferenza da parte degli abitanti di queste realtà sono sotto gli occhi di tutti. Un attentato sarebbe il pretesto per eccellenza per far esplodere – questa volta in maniera irreversibile – la rabbia della popolazione, che porterebbe ad una vera e propria guerra civile!
Se è vero come crediamo che la regia di questo “terrore” sia occulta e che punti al controllo sovranazionale degli Stati, questa non può permettersi di generare caos e rischiare di compromettere la posizione fin ora raggiunta nello Stivale, l’unico paese europeo a non aver subito un attentato negli ultimi 15 anni.
Torto o ragione, speriamo continui così.