Perchè scegliere il “Second Hand”? Il concetto di riutilizzo che spopola in Europa e va a rilento in Italia

In una società sempre più proiettata al consumo di massa e al fast fashion, ha preso piede negli ultimi anni una tendenza diametralmente opposta, improntata invece all’acquisto del second hand che, a un tipo di economia lineare (produrre, consumare, gettare), contrappone un modello circolare basato sul concetto di riutilizzo.

Una esemplificazione di questa tendenza è la diffusione di store, sia fisici che virtuali, in cui gli articoli in vendita sono costituiti prettamente da un usato ancora in buone condizioni.

È questo il caso di Vinted che, per chi non ne fosse a conoscenza, è una piattaforma online dove è possibile acquistare, scambiare o vendere principalmente capi d’abbigliamento di seconda mano, ma anche accessori, oggetti d’arredo e libri.

Fondata in Lituania nel 2008, ha visto nell’ultimo periodo una crescita esponenziale, dovuta da un lato a una maggiore presa di coscienza sulle questioni ambientali, dall’altro a un incremento complessivo dello shopping online.

Il suo funzionamento è intuitivo: si mette in vendita il capo in questione, nell’attesa che gli altri utenti formulino un’offerta per acquistarlo, con possibilità anche di ottenere uno sconto comprando più di un oggetto dallo stesso venditore. Il processo di vendita è gestito interamente dall’applicazione di Vinted e anche la spedizione avviene in modo rapido e sicuro. Un paio di giorni, quindi, e il tuo “nuovo” capo d’abbigliamento arriva a destinazione, pronto per essere ri-utilizzato.

La domanda a questo punto sorge spontanea: perché, al giorno d’oggi, con le infinite possibilità di acquisto che abbiamo a disposizione dovremmo scegliere il second hand?

Le motivazioni principali sono due:

  • Perché si tratta di una scelta che favorisce la sostenibilità ambientale e contribuisce alla lotta agli sprechi. L’industria della moda, infatti, rappresenta ad oggi uno dei settori maggiormente inquinanti, comportando una percentuale di emissioni di anidride carbonica, un impiego di materie prime e risorse energetiche, nonché un consumo d’acqua, assolutamente non trascurabili.

  • Perché permette di dare una seconda vita a capi che rimarrebbero altrimenti ammassati in fondo all’armadio o che finirebbero direttamente in discarica. Questo perché la società in cui viviamo ci spinge in modo più o meno inconsapevole a desiderare sempre di più, per poi ritrovarci sommersi di beni non realmente necessari e di cui non sappiamo come disfarci. Acquistando abiti di seconda mano, invece, si va ad allungare sensibilmente la vita di quegli stessi capi che non hanno ancora terminato il proprio ciclo di utilità e che potrebbero essere maggiormente apprezzati e riutilizzati da un’altra persona.

Infine, se ancora non siete convinti, un ulteriore (e non marginale) vantaggio è rappresentato dal fatto che si tratta di un modo di acquistare più economico, perché consente di risparmiare considerevolmente incontrando anche capi di grande valore a prezzi concorrenziali, nonché di un modo di fare shopping maggiormente consapevole e originale, dal momento che rende possibile la creazione di uno stile personale che, a ben vedere, è lontano dalla sempre crescente omologazione delle proposte realizzate dalle grandi catene.

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