Tecnologia e Società – Carta e Schermo: la digitalizzazione della lettura

Classici e voluminosi libri cartacei o tecnologici e pratici ebook? Le tecnologie digitali offrono opportunità incredibili per quanto riguarda produzione, accesso, conservazione e trasmissione delle informazioni. Quella di oggi è una forma di lettura ibrida, in cui si passa costantemente dallo schermo alla carta. Conosciamo tutti i classici pro e contro alla base del dibattito carta contro schermo: prezzi, maneggevolezza, peso, spazio – solo per citarne alcuni. Ma tralasciando i cliché, cosa dice la scienza a riguardo? In cosa differiscono questi due modi diversi di approcciarsi al testo?

Differenze nella percezione e nella memorizzazione di informazioni esistono e possono essere più o meno acute a seconda della persona. La struttura di un testo stampato può fare davvero la differenza: il fatto che un determinato concetto sia riportato a destra o a sinistra, in alto o in basso nella pagina, permette una migliore memorizzazione perché alle immagini mentali si sovrappongono e si ancorano i concetti. Al contrario, leggere da una singola pagina scorrendo dall’alto al basso fino alla fine del testo non gode dello stesso beneficio – in questo caso fanno però eccezione gli ebook che simulano il format di un libro cartaceo.

Ad emergere da vari studi è infatti che più che il supporto di lettura in sé, è l’atteggiamento della persona nei confronti del testo a cambiare di molto il risultato della lettura. Queste ricerche si sovrappongono agli studi relativi alla cosiddetta “Shallowing Hypothesis”. L’idea è che, dal momento che siamo abituati ad utilizzare dispositivi digitali per lo più come fonte di intrattenimento, o comunque per interazioni veloci e letture poco impegnative, la nostra mente tende ad associare a questi dispositivi uno stato di attenzione più basso che non quando utilizziamo format cartacei. Ricerche evidenziano infatti come nella lettura su supporto digitale i lettori tendano a sopravvalutare le loro capacità di comprensione e a leggere in modo più superficiale e meno concentrato. Inoltre, sembrerebbe che il vantaggio della carta sia più marcato tra i giovani, sfatando quindi il mito secondo cui i “nativi digitali” – data la loro dimestichezza nell’uso di questi strumenti – siano automaticamente portati anche ad un loro corretto utilizzo nello studio. A questo si aggiunge la possibilità di distrarsi a causa di notifiche di chat e social network e quindi di perdersi nello zapping tra social e siti.

Va considerato, però, che i risultati cambiano considerevolmente nel caso in cui una persona faccia uso frequente dei dispositivi elettronici anche per lo studio, ossia, nel caso in cui si sia abituati ad utilizzarli in una modalità meno superficiale per svolgere attività più complesse.

Dai dati ottenuti risulta quindi evidente che la lettura sullo schermo può essere valida tanto quanto quella sulla carta, se si sa fare un buon uso dei dispositivi. Questo non vuol dire, però, che si possa essere superficiali e avventati nel suo impiego, specie nell’ambito dell’educazione e della scuola.

LIM – Lavagna Interattiva Multimediale

Di questo problema se ne occupa Evolution of Reading in the Age of Digitisation (E-READ), un progetto di ricerca europeo che coinvolge quasi 200 studiosi e ricercatori impegnati nel campo della lettura, dell’editoria e dell’alfabetizzazione provenienti da tutta Europa. Nella Dichiarazione sul futuro della lettura, scrivono che una rapida sostituzione nell’istruzione primaria del testo stampato con le tecnologie digitali, se non accompagnata dalle giuste risorse e da strategie di apprendimento attentamente sviluppate, può avere effetti negativi sullo sviluppo della comprensione della lettura e del pensiero critico nei bambini.
È altrettanto vero che demonizzare la tecnologia e sradicare sul nascere ogni tentativo di innovazione nel sistema scolastico è inutile e controproducente, la migliore strada da percorrere è quindi quella proposta dallo stesso progetto di ricerca E-READ:

  • Elaborare migliori linee guida per l’implementazione delle tecnologie digitali, in particolare nell’istruzione, ma anche nell’ambiente dei media in generale;
  • Educatori, specialisti della lettura, psicologi e tecnologi dovrebbero lavorare insieme per sviluppare strumenti digitali (e relativi software) basati sulle intuizioni della ricerca riguardo le modalità con cui i formati digitali e cartacei vengono elaborati durante la lettura;
  • Incrementare la ricerca futura sui materiali per l’apprendimento digitale tramite una maggiore cooperazione tra gli sviluppatori di tecnologie e i ricercatori delle scienze sociali e umanistiche contribuendo così alla promozione di dibattiti pubblici imparziali basati su prove di efficacia sulla trasformazione digitale.

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Francesco Albanese

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