Tradizioni & Curiosità: “Narsete, il generale eunuco che conquistò l’Italia” (FOTO)

È l’era della bellezza, tutto è basato sull’aspetto fisico e sulla perfezione (e no, no stiamo parlando di tempi moderni).

Bisognerebbe imparare che qualunque sia il nostro aspetto, chi ha un sogno non avrà limiti, basta volerlo e si può diventare qualunque cosa si desidera. Insegnare ad un bambino ad essere carismatico senza mettere confini ai suoi desideri e da adulto sarà diventato quello che desiderava da bambino.

Narsete
Narsete

Questo può descrive bene la figura di Narsete, l’eunuco che diventò generale, di Giustiniano I l’imperatore Bizantino, nacque nel 478 nel territorio Persiano da una famiglia Armena. Fin da piccolo fu introdotto nella corte di Giustino I. Il suo aspetto era molto delicato, poco sviluppato, basso e tozzo, questo a causa dell’asportazione degli organi genitali quando era piccolo.Questa pratica era molto diffusa in oriente e gli eunuchi in alcune corti avevano grandi privilegi, ricoprivano incarichi come guardiani dell’harem o dei templi, di grandi maestri ma spesso ricevevano importanti mansioni come politici, amministratori o avviati alla carriera militare. Il prezzo di uno schiavo eunuco poteva essere anche 250 volte superiore e queste figure erano considerate delle divinità.

LA STORIA DI UN EUNUCO CHE DIVENNE GRANDE – Narsete si distingue fin da giovane per le sue capacità diplomatiche tanto che riuscì a unire i soldati persiani e bizantini sotto un unico stemma. Agazia Scolastico, vissuto nella stessa era di Narsete scriveva di lui: “Era un uomo sano di mente, e abile a se stesso adattandosi ai tempi. Egli non è stato versato nella letteratura né praticato in oratorio, ma fatta per essa dalla fertilità del suo ingegno. E’ piccolo e di un abito magra, ma più forte e focoso di quanto sarebbe stato creduto.”

Evagrio Scolastico racconta “Ha ottenuto la vittoria più dalle suppliche ha effuso a Dio, che con armi da guerra.” Narsete era un uomo molto devoto alla Vergine Maria e a ogni battaglia pregava la Vergine e Dio che gli indicava quando era il giusto momento per attaccare. Particolarmente generoso con i poveri e devoto a costruire chiese.

  • La chiesa dedicata a San Menna d’Egitto a Venezia

Narsete ebbe importanti ruoli di comando, nel Gennaio del 532 placò la rivolta di Nika quando si tentò di assassinare l’imperatore. L’imperatrice Teodosia gli affidò un delicato compito, riportare a capo della cristianità, ad Alessandria d’Egitto, vescovo monofisita Teodosio ed esiliare l’ortodosso Gaiano.

Narsete - Wikiwand
campagna in Italia condotta da Narsete

In Italia la guerra con i Goti guidati da Teodorico contro i bizantini, non riusciva a trovare fine, l’imperatore Giustiniano mandò in italia il valoroso generale Narsete. I Goti per impedire l’avanzata del generale, avevano distrutto tutti i collegamenti rompendo gli argini dei fiumi che allagarono così tutto il territorio di Padova fino ad Adria. Narsete, dunque, dovette ricorre all’aiuto dei veneziani attaccando via mare e ottenuta la vittoria costruì due chiese: una a San Teodoro, che verrà poi inglobata nella basilica di San Marco, l’altra ai Santi Geminiano e San Menna d’Egitto demolita poi da Napoleone.

Opere di Paolo Veronese - http://www.finestresullarte.info/Puntate/2014/08-pa... | Stampa su tela, Dipinti, Rinascimento italiano
quadro di San Menna, di Paolo Veronese custodita a Modena nella Galleria Estense.
  • La guerra di Compsa, la cacciata dei Goti e il governo italiano

Gli ultimi Goti si erano rifugiati nella roccaforte di Compsa, l’attuale Conza della Campania e Narsete marciò sulla città con trentamila uomini forniti dall’imperatore Giustiniano. Circondarono la roccaforte passando lì l’inverno ma nella primavera del 555 il capo dei Goti, Ragnari. forse stanco di restare imprigionato nelle mura conzane, chiese di incontrare Narsete. Andò all’incontro con pochi uomini sicuro di convincere il generale bizantino ma, irritato dalla sua poca attenzione, tentò di assassinarlo. Gli uomini di Narsete però lo uccisero con una scarica di frecce prima che potesse compiere il delitto e gli assediati si arresero con la promessa che avrebbero avuto salva la vita. Al termine dello scontro fu richiamato a Costantinopoli dall’Imperatore.

Per i successivi 15 anni, l’imperatore Giustiniano affida a Narsete il compito di far ritornare l’Italia una terra prospera, come pure assicurare l’aderenza alle dottrine religiose sostenute dall’Imperatore. E così, in questo lungo periodo, Narsete iniziò ad accumulare molte richezze tanto che la questione non era molto gradita all’imperatrice Sofia, consorte di Giustiniano, che in una lettera gli scrisse:

“Tu Narsete orrendo uomo castrato sia bene che ritorni e starai bene è meglio al mestiere della lana nel mezzo delle fanciulle a filare che dove sei impero che è meglio ti starebbe La rocca nel serraglio delle donnicciole in Costantinopoli che lo scettro entro Roma”

Il generale Bizantino non esitò a rispondere: “S’io ti paia, O’Imperatrice atti a partire e a filare la lana con le fila apparecchiate, ordirò una si intricata tela, che ne tu in tutta tua vita districherai n’è l’imperatore innamorato della moglie mai potrà disciogliere.”

Narsete morì a Roma nel 574.

  • Curiosità

Santa Artellaide fu la nipote di Narsete.

Medaglione miniato pubblicato raffigurante Sant’Artellaide custodito nel museo del Sannio

La giovane Artellaide per sfuggire alle attenzioni dell’imperatore Giustiniano I, fuggì in Italia e chiese rifugio allo zio, il generale Narsete, il quale avvertito in sogno le andò incontro con un plotone di soldati a Siponto. Visse nascosta nel convento di Benevento dove morì il 3 Marzo 567 a soli sedici anni. Nella chiesa di San Luca a Porta Rufina in Benevento è conservata l’effigie di Maria Ss. delle Grazie portata da sant’Artelaide. I resti di Santa Artelaide sono conservati nel Duomo.

Laura Piserchia

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