325… questo è il numero delle donne che quotidianamente vengono uccise, violentate e abusate sia fisicamente che psicologicamente. La violenza sulle donne è una piaga in crescente aumento.
Ma quali sono i motivi che spingono gli uomini a maltrattare e spesso ad uccidere le donne?
Molte volte sono futilità: un rifiuto, la richiesta di un divorzio oppure un tradimento. Reagire la cosa più importante. Non rimanere in silenzio!
Spesso non è facile denunciare soprusi e ribellarsi, forse anche per colpa di uno stato assente e di una burocrazia troppo lenta, o perché la violenza operata è così psicologicamente profonda che spinge le donne a ritenersi addirittura colpevoli del trattamento riservato da questi uomini . E’ proprio di questo che si nutre il cosìddetto femminicidio, della profonda e sottile convinzione delle donne di essere le vere colpevoli.
In altri casi è la speranza che il proprio uomo possa cambiare o che non commetta più violenza il motivo che spinge alcune donne a “sopportare in silenzio”, e il più delle volte si rivela una scelta fatale.
I media giocherebbero un ruolo fondamentale contro questa grave piaga, mostrando innanzitutto alle possibili vittime i pericoli che corrono, riportando i fatti in maniera nuda e cruda , facendo sì che chiunque possa capire in che modo, con quale dinamica si consumano tali violenze e quali sono i meccanismi che s’ innestano il più delle volte in questi abusi abusi.
Oltre alle campagne di sensibilizzazione, bisognerebbe istituire campagne di informazione preventiva: spronare le vittime a parlare, a denunciare, con una maggiore presenza delle autorità, ma soprattutto dalla legge!
Chi denuncerebbe qualcuno sapendo che, dopo poco tempo, potrebbe essere di nuovo sarebbe a piede libero, perfettamente in grado di ricomettere qualsivoglia crimine?
A cura di Valeria del Mastro