In questi giorni, in tutti media sportivi e non, tiene banco il caso “Genny a’ carogna” con tutte le sue diramazioni. Il mondo del calcio e dello sport italiano ha subito l’ennesimo brusco ridimensionamento in seguito a questi eventi, etichettando gli ultras e i tifosi più caldi delle società italiane come il cancro di questo sport, come uno dei motivi principali del lento morire del pallone tricolore.

Il calcio, però, non è solo quello che riguarda Inter, Milan, Juventus, Napoli e Roma. Il calcio non sono solo tifosi che fanno guerriglia, lanciano fumogeni o fanno la guerra con le forze dell’ordine. Esistono tante piccole realtà in giro per l’Italia, nei campionati minori, di cui non verrete mai a sapere niente non avendo un grande riflesso mediatico.

Ebbene, anche lì nell’inferno delle categorie minori, spesso sono accaduti miracoli sportivi, promozioni raggiunte gettando il cuore oltre l’ostacolo, società gestite dai tifosi.

Detta così, sembrerà una cosa assurda, ma quella che sto per raccontarvi è la storia della mia città, Eboli, in provincia di Salerno.

Per questo comune che conta poco meno di 40mila abitanti, l’8 Maggio del 2005, esattamente 9 anni fa, è un giorno rimasto impresso nella memoria di tutti i cittadini. La squadra della città, l’Ebolitana vince il campionato di Eccellenza, conquistando la promozione in Serie D.

Fin qui nulla di straordinario, ma l’evento che rendo storico e singolare questo avvenimento, non è tanto la promozione in sè, ma come è arrivata. Infatti, la società nell’estate 2004 rischiava il fallimento, dopo i numerosi debiti accumulati, ma fu salvata dall’intervento tanto inatteso quanto provvidenziale dei suoi stessi tifosi. Non uno sceicco, non un magnate russo, non un italo-americano, ma gli Ultras della Curva Nord.

Il capo ultrà della Curva, Armando Cicalese, acquistò il titolo sportivo della società dal comune e insieme ai suoi fedelissimi amici e sostenitori veraci dell’Ebolitana, tra cui Marco Forlenza che prese il ruolo di direttore generale, riuscì ad iscrivere la società al Campionato D’Eccellenza 2004/2005.

I problemi ovviamente erano tantissimi, i soldi dei soli ultras non bastavano a mandare avanti la società, così furono organizzate collette in giro per il paese con una scatola a modi salvadanaio con su scritto “Per l’Ebolitana”. Per lavare magliette e uniformi da gara e allenamento, i ‘dirigenti-ultras’ portarono le lavatrici da casa loro, per poi a lavaggio compiuto stendere i panni al sole ad asciugare, insomma come lo fareste a casa vostra.

La ‘sede ufficiale’ della società era in una pizzeria del centro città, dove dirigenti e spesso anche giocatori si incontravano per riorganizzare le idee.

Con grande umiltà, spirito di collaborazione e i dovuti sacrifici economici, riuscirono nel miracolo di portare la società a vincere il campionato, il tutto supportato da un grande spirito di fratellanza nato proprio dal doversi aiutare l’un l’altro non avendo un vero e proprio organo societario. E’ come se voi e i vostri amici acquistasse la società della vostra città, dividendovi i ruoli dirigenziali.

L’8 maggio 2005, nell’ultima partita di campionato contro gli ospiti del Cicciano, l’Ebolitana stacca il biglietto per la storica promozione, annientando gli avversari sulle ali dell’entusiasmo.

Il presidente Cicalese, ottenne il premio Fair Play dalla Commissione di Eccellenza per aver trascinato la squadra ad una straordinaria promozione. La storia fece il giro d’Italia quegli anni, tanto che il programma “Sfide” in onda su Rai 3, gli dedicò una puntata speciale.

PRECEDENTI – Non fu la prima volta che gli ebolitani aiutarono la loro squadra. Infatti, nel 1989, quando a Eboli arrivò il campione brasiliano, Josè Guimaraes Dirceu, ex tra le altre di Atletico Madrid e Napoli,  i tifosi fecero una colletta per regalare alla propria squadra un manto erboso degno del talento del calciatore carioca.

“In estate gli altri andavano e a mare e noi rizzollavamo il campo”, queste le parole di Armando Cicalese, in quegli anni ancora un normale ultras.

Nel giorno della morte del centrocampista brasiliano, il 15 settembre 1995, lo stadio di Eboli fu dedicato alla sua memoria.

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