1968, il mondo in rivolta – Francia: “Il Maggio francese” (FOTO)

Sotto il pavé, la spiaggia

Quando si parla di Maggio francese – o “Sessantotto francese” – si indica un periodo di sommosse che travolsero la politica e la società francese. È noto sotto questo nome perché la fase acuta della rivolta iniziò nei primi di maggio con l’occupazione, da parte dei manifestanti della Sorbonne ma, in realtà, il “Maggio” iniziò a marzo e finì in giugno. Il movimento fu in primo luogo studentesco, ma finì poi con l’estendersi alla classe operaia.

Gli studenti francesi chiedevano innanzitutto uno svecchiamento della classe politica, da 10 anni ormai sotto la guida di Charles De Gaulle Dix ans, ça suffit!» – «Dieci anni, può bastare!»), ma in particolar modo desideravano trasformare la società in modo che rispecchiasse maggiormente le loro esigenze ed ambizioni. Parte del movimento studentesco rivendicò particolarmente la liberalizzazione dei costumi, contestando al contempo la vecchia università, la società dei consumi ed il capitalismo. Al movimento politico si affiancò, quindi, anche quello ideologico.

Una rivolta, quella del Maggio, che appare a tratti come un momento di illusione rivoluzionaria, di fede utopistica. Difatti, non si può dire che gli slogan dei manifestanti fossero politici in senso stretto ma, esprimevano il desiderio di cambiamento di una generazione: «Sous les pavés, la plage» (Sotto il pavé, la spiaggia), «Il est interdit d’interdire» (Vietato vietare), «Jouissez sans entraves» (Godetevela senza freni), «Cours camarade, le vieux monde est derrière toi» (Corri compagno, il vecchio mondo ti sta dietro), «La vie est ailleurs» (La vita è altrove), e così via.

“Vietato vietare!”, uno degli slogan più celebri del Maggio francese

Il 22 marzo si registrò un primo atto di protesta: circa 150 studenti occuparono luniversità di Nanterre in segno di protesta contro gli arresti operati durante le manifestazioni contro la guerra del Vietnam.
Le tensioni tra studenti e autorità non si raffreddarono col passare delle settimane ed il 2 maggio, quando l’università di Nanterre venne chiusa in seguito ad altre proteste, segnò un punto di svolta. Gli storici sono soliti dividere gli eventi del Maggio ’68 in tre fasi: periodo studentesco (3-13 maggio), periodo sociale (13-26 maggio) e periodo politico (27-30 maggio)

IL MOVIMENTO STUDENTESCOLe sommosse si inasprirono a partire dal 3 maggio, quando gli studenti occuparono il cortile della Sorbonne per protestare contro la chiusura di Nanterre e la polizia fece irruzione nell’università per disperdere i manifestanti. La situazione precipitò immediatamente: il 6 ed il 7 maggio, grandi cortei attraversarono Parigi.

Il 6 maggio, migliaia di studenti e professori organizzarono marce di protesta contro le azioni della polizia alla Sorbonne. I manifestanti marciarono verso l’università, ancora chiusa, e la polizia li respinse con i manganelli. Parte della folla iniziò a disperdersi, altri allestirono barricate di fortuna e risposero scagliando pezzi di pavé – i sampietrini. La polizia, inizialmente costretta ad indietreggiare, rispose, a sua volta, con gas lacrimogeni e caricando nuovamente i manifestanti. Il Latin Quarter divenne campo di battaglia. Ci furono centinaia di arresti.

Il 7 maggio i manifestanti si riunirono presso l’Arco di Trionfo per chiedere la caduta delle accuse penali contro gli studenti arrestati e la riapertura delle università di Nanterre e Sorbonne.

IL MOVIMENTO OPERAIOGli scontri con la polizia durarono per giorni, non mancarono i feriti. La situazione peggiorò ulteriormente la notte tra il 10 e l’11 maggio, definita la notte delle barricate, in cui la risposta della polizia si fece ancor più violenta. In un primo momento, pochi videro di buon occhio le rivolte studentesche, ma la pesante reazione delle forze dell’ordine suscitò un’ondata di simpatia per gli scioperanti, così operai e principali federazioni sindacali francesi decisero di indire uno sciopero generale in opposizione alla brutalità della polizia. Anche buona parte della popolazione si schierò con gli studenti.

Operai francesi in sciopero

Due giorni dopo, il 13 maggio, un imponente corteo di studenti, operai e gente comune attraversò le strade di Parigi. Nei giorni seguenti, gli scioperi si moltiplicarono e furono occupate decine di fabbriche nelle maggiori città.Gli studenti presero d’assedio la Sorbonne ed alle loro precedenti rivendicazioni si sommarono quelle degli operai: aumento salariale, maggiore autonomia e maggiore partecipazione nelle decisioni aziendali.

LA FINE DELLE RIVOLTE – Con il Paese sull’orlo della guerra civile, gradualmente, il vento cambiò: il sentimento rivoluzionario di studenti e lavoratori svanì, i cortei si assottigliarono.
I lavoratori tornarono al lavoro e cessarono le manifestazioni studentesche. Al contempo, sentendosi nuovamente sostenuto dal popolo, de Gaulle colse l’opportunità per far ritorno dalla Germania, dove era fuggito il 29 maggio a causa delle crescenti tensioni, sciogliere l’Assemblea Nazionale ed indire nuove elezioni dove – nonostante fino a poco tempo prima sia stato quasi costretto a rassegnare le dimissioni – ottenne la maggioranza. Lentamente, le cose tornarono alla normalità e le tensioni persistenti si raffreddarono.

Molti considerano il Maggio francese come una rivoluzione incompiuta. Studenti e classe operaia scesero insieme in piazza formando un movimento omogeneo, ma consensi ed entusiasmi andarono successivamente scemando, fino ad estinguersi del tutto. Nonostante ciò, col tempo, il Maggio si trasformò in una sorta di mitologia giovanile. Nel corso degli anni, si sono moltiplicati film, opere letterarie e musiche ispirate agli avvenimenti di quel periodo, tra cui ricordiamo:

  • The Dreamers (2003) – film di Bernardo Bertolucci, basato sul romanzo The Holy Innocents di Gilbert Adair.
  • Storia di un impiegato – sesto album d’inediti di Fabrizio De André in cui i brani sono collegati tra loro da un unico filo narrativo: la storia di un giovane impiegato che, dopo aver ascoltato un canto del Maggio francese, entra in crisi e decide di ribellarsi.

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Francesco Albanese

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