Alla riscoperta del nostro territorio: Atrani e la grotta che ‘accolse’ Masaniello durante la sua fuga (FOTO)

Continua il nostro viaggio, grazie alla collaborazione di Raffaele Ciaglia gestore di “Le nostre Bellezze Sconosciute” e sempre alla ricerca di luoghi della Provincia di Salerno a cui ridare lustro e visibilità, nel riscoprire le tante bellezze che la storia ha lasciato sul nostro territorio.

Oggi siamo nel piccolo paesino di Atrani, in provincia di Salerno, che conta meno di mille abitanti ma che fa parte del club dei “borghi più belli d’Italia”. Qui, possiamo trovare la grotta di Masaniello, esplorata da Raffaele in lungo e in largo.Non risulta essere molto profonda ma possiede diverse entrate dall’alto, dalle quali ci si potrebbe calare con una fune rampicante.

STORIA – Masaniello nacque a Napoli il 29 giugno 1620 da Francesco d’Amalfi e Antonia Gargano. Sebbene analfabeta, era dotato di vivace intelligenza ed era noto in Piazza Mercato, oltre che per il suo mestiere di pescivendolo, anche per quello di contrabbandiere reale. Il 7 luglio 1647, insieme a Giulio Genoino, fu a capo della “rivolta dei fichi”, il cui pretesto fu proprio l’imposizione dell’odiata gabella sulla frutta ed i prodotti agricoli.

La protesta si estese in tutto il Regno, venne proclamata la Real Repubblica sotto la protezione della Francia e Masaniello fu nominato “Capitano generale del popolo Napolitano”. Ben presto, però, Masaniello fu accusato di pazzia, per comportamenti sempre più dispotici e stravaganti che lo resero inviso al popolo. Il 16 luglio del 1647 cadde vittima di una congiura: il cadavere fu orrendamente mutilato, la testa conficcata in un palo e portata in trionfo per le vie della città.

Ma che legame c’è tra il capopopolo napoletano e Atrani?

La leggenda vuole che, braccato dai soldati del vicerè, per qualche tempo Masaniello si sia nascosto in una grotta che da allora prende il suo nome (Grotta di Masaniello) e che si trova in prossimità di quella che, invece, è stata accertata essere la casa dei nonni materni, Casa Gargano, nei pressi della Chiesa di Santa Maria del Bando.

Filippo Folliero

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