Alla riscoperta del nostro territorio: la storia di località San Donato, fonte d’acqua e di vita (FOTO)

Continua il nostro viaggio, grazie alla collaborazione di Raffaele Ciaglia gestore di “Le nostre Bellezze Sconosciute” e sempre alla ricerca di luoghi della Campania e della Basilicata a cui ridare lustro e visibilità, nel riscoprire le tante bellezze che la storia ha lasciato sul nostro territorio.

Oggi parliamo di un un punto della collina di Eboli, dove esiste un piccolo fondo comunale, con una Cappella Antichissima dedicata a San Donato.

FONTE DI ACQUA – Questa proprietà, ha  una ricca sorgente d’acqua potabile e nel marzo del 1873 il comune di Eboli avendo bisogno dell’acqua per soddisfare la città acquisto’ questo fondo è costruì l’acquedotto diretto al serbatoio di Eboli.

La venerazione per San Donato, si può dire che è nata dopo l’acquisto fatto e venduto dalla famiglia Capone di Olevano sul tusciano, e si può dire che prima ancora questo Santo era considerato in Eboli come tutti gli altri del calendario annuale, potendosi ben dire che la fede per San Donato, sin dai tempi più antichi, era ben osservata nei paesi dell’arco piacentino salernitano (Olevano, Acerno ecc..).

Tutto ciò che accade in San Donato è cosa nata solo quando dal lato sottostante della contrada Melito è stata aperta negli anni 60 una strada rotabile che permetteva l’accesso al luogo comunale.

TRADIZIONE – Sin dagli anni lontani il posto si raggiungeva a piedi, attraversando una mulattiera che partiva dal lato badia (detta erraneamente ermice). Perciò il luogo San Donato era scarsamente praticato, solo pochi cittadini amanti della collina e del cammino a piedi lo frequentavano. C’è da ricordare che solo il 7 agosto, ricorrenza del Santo, veniva celebrata una messa mattutina dal prete di San Francesco, e in quell’occasione gli antichi abitanti di Eboli curavano la tradizione di legare un filo di cotone benedetto al polso o alla caviglia dei bambini per difenderli, secondo fede, dal male epilettico che a quei tempi era molto diffuso e c’erano tanti sofferenti che si vedevano crollare al suolo, e la prudenza consigliava di lasciarli così alcuni minuti fino allo svanire del momento.

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