Alla riscoperta del nostro territorio: nascita e costruzione degli antichi portali in pietra (FOTO)

Continua il nostro viaggio, grazie alla collaborazione di Raffaele Ciaglia gestore di “Le nostre Bellezze Sconosciute” e sempre alla ricerca di luoghi, delle storie e delle leggende della Campania e della Basilicata a cui ridare lustro e visibilità, nel riscoprire le tante bellezze che la storia ha lasciato sul nostro territorio.

Oggi parliamo di un qualcosa che ci capita sempre dinanzi agli occhi nelle nostre città ma a cui non facciamo mai caso: i portali in pietra.

I centri antichi hanno un impianto di matrice cinquecentesca con un successivo assetto urbanistico di origine settecentesca. In generale la configurazione chiusa allʼinterno di mura e un’organizzazione interna spaziale dettata dalla crescita di edifici ecclesiastici e strutture di dominio, è l’elemento tipico dei centri storici in genere.

Il portale nei secoli ha sempre rappresentato la porta del fabbricato, quella che connette la vita privata, a quella pubblica, l’accesso diretto all’abitazione o a corti interne in cui si sviluppava il vivere quotidiano. Dalla tipologia, dai materiali impiegati, dalla fattura a rigidi riquadri a quella ad elementi modanati o di più complesse allegorie si può ancora oggi desumere il tenore di vita e l’importanza locale della famiglia che abitava il fabbricato stesso.

COMPOSIZIONE E LAVORAZIONE – Il portale in pietra è composto generalmente da: Conci di Base, Piedritti, Conci di Spalla, Arco con connessure convergenti ad un unico punto e il Concio di Chiave. Tale conformazione è, comunque, di tipo classica, esempio di una manovalanza tipica dell’area di interesse che aveva fatto propria le basi del costruire. La lavorazione della pietra per realizzare i portali avveniva attraverso una prima squadratura e formazione dei conci. Successivamente gli scalpellini lavoravano le facce esterne, creando una bordura liscia di circa 2-3 cm e un effetto bocciardato nella parte centrale della faccia. Contemporaneamente venivano create, dove presenti, le cornici. Infine per i portali più importanti venivano realizzate le decorazioni artistiche che la committenza richiedeva.

PORTA ‘TUTTI I SANTI’ – Nel comune di Eboli, ad esempio, si conosce l’esistenza della porta di Tutti i Santi (nella foto copertina), da un documento del 1769. La porta era situata più in alto del convento di S. Pietro Apostolo (oggi alli Marmi) e nella seconda metà del secolo XVIII esisteva ancora. Se ne parla nella relazione del 1769 dell’ingegnere Felice Bottiglieri, il quale da Napoli si recò ad Eboli per accertarsi dello stato in cui si trovava la conduttura dell’acqua che alimentava le fontane della città, provenendo dalla sorgente di San Donato. Nella sua relazione, Bottiglieri sostiene che l’acquedotto scendendo lungo le falde del Montedoro, passava sotto la porta di Tutti i Santi e proseguiva costeggiando la portiera del convento di San Francesco di Paola e giù andando passava per davanti alla cappella di San Cosma e Damiano. Purtroppo ad oggi non esiste più e si ignora quando la porta di tutti i Santi sia stata abbattuta.

A cura di Raffaele Ciaglia

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