Andrea Moscariello ‘Wine Selection’: il “Piwi bianco Jasci Bio”, la novità che racchiude il territorio abruzzese

Il viaggio di Andrea Moscariello continua in Abruzzo dove, in questi giorni, il noto sommelier campano ha visitato le cantine “Jasci, vigne & vini Bio”, dove ha avuto modo di degustare il “Piwi Bianco Jasci Bio”, il protagonista di questa nuova Wine Selection arrivata all’undicesimo appuntamento.

STORIA – Quella che ha dato vita alle cantine “Jasci, vigne & vini Bio”, è una passione nata con nonno Pasquale e sua moglie Maria negli anni ’60, poi tramandata al figlio Giuseppe e la moglie Irma che hanno dato la storica svolta del biologico nel 1980, per poi tramandarsi ancora negli anni ’90 a Donatello Jasci e sua moglie Piera, che oggi guidano l’azienda con l’aiuto e la partecipazione dei loro predecessori che apportano tutt’oggi esperienza e sapienza. La filosofia Jasci vuole proprio un’azienda sempre più ecosostenibile, nel rispetto dell’ambiente a cui è profondamente legata, capace di unire le migliori tecnologie con la tradizione e l’esperienza che da decenni rende speciali i vini Jasci.

TASTING & ABBINAMENTO – Qui abbiamo avuto la fortuna di assaggiare il primo Piwi d’Abruzzo, un bianco biologico da uve di Sauvignon Kretos. Già guardando la bottiglia, il vetro trasparente mostra un vino limpido dal colore tenue che nel calice regala riflessi dorati. Si muove mostrando consistenza e lasciando archetti sulle pareti. Il volume alcolico è del 13,5%. Avvicinando il naso trovo profumi floreali e di erbe aromatiche, insieme ad un frutto maturo che mi ricorda la pera, e sentori che suscitano ricordi marini-salmastri. Vengo trasportato in un immaginario di colline fiorite e mare all’orizzonte. L’assaggio è articolato, teso e avvolgente allo stesso tempo, con acidità e salinità ben presenti e contrapposte alle sensazioni calde alcoliche. Nel retronasale ritrovo aromi di pera william, sambuca, marzapane e una speziatura d’origano. Ha una muscolatura che definirei ‘tipica’, mi ricorda un altro grande bianco, il Pecorino. Nella degustazione la sapidità gioca un ruolo importante, accompagna e sostiene il sorso, rimane tra le labbra come acqua salata dopo un bagno in mare. Rimane poi il tempo per sdraiarsi sulla sabbia e farsi asciugare dal sole prima che la persistenza aromatica sfumi. La freschezza direbbe di farci un’aperitivo ma il volume alcolico rischia di compromettere il proseguo della serata, meglio mettersi con le gambe sotto il tavolo e abbinarci qualcosa di consistente, una spaghettata alle vongole ad esempio, o delle carni bianche alla brace. Mi piace molto questo nuovo vino d’Abruzzo, c’è il territorio, c’è piacevolezza e pulizia… ed è un Piwi! Il volume alcolico l’avrei preferito leggermente inferiore ma nel complesso l’ho largamente apprezzato, lo metto tra i vini da ricordare di questo 2022.

PERCHE’ ACQUISTARLO – Situate tra mare e montagna con la vicinanza alla riviera adriatica, ad est i rilievi della Majella e del Gran Sasso a ovest/sud-ovest, le tenute Jasci beneficiano di un microclima ideale per una produzione di uve di straordinaria qualità in un panorama unico e ancora poco conosciuto. L’estensione caratterizza questo Sauvignon Kretos completamente diverso da altri del nord Italia in cui i sentori vegetali sono più marcati. Nel bianco Piwi di Jasci c’è maturazione ed espressione territoriale.

A cura di Andrea Moscariello

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