Battipaglia, la storia dell’involuzione del ‘mercato del giovedì’

Il mercato del giovedì a Battipaglia è una realtà storica. La cultura stessa del mercato è, forse, da considerarsi uno dei pilastri su cui è nata la città, ex fiore all’occhiello della Piana del Sele.

Ha una sua biografia e nel corso degli anni ha subìto e rispecchiato i cambiamenti di una società in evoluzione frenetica, senza pause di riflessione.

La veloce ascesa commerciale di Battipaglia, che ha toccato l’apice con il boom economico – consolidandola come punto di riferimento di un sistema florido e produttivo per molti anni, nel sud italiano – ha coinvolto anche il mercato settimanale e tutto il suo indotto.

Basti ricordare come l’esodo demografico dalle montagne e lo sviluppo urbanistico abbiano creato la necessità di uno spazio più ampio per lo svolgersi del mercato settimanale che, in passato, avveniva nel centro città mentre, di pari passo, prendeva forma anche una personalità industriale ha creato una complessa rete lavorativa.

Il mercato del giovedì è stato, e lo è ancora, un ingranaggio dinamico nell’identità battipagliese, considerato quanto lavoro muove tra commercianti e clienti, non solo localmente, ma raggiungendo tutto il circondario regionale e anche oltre.

La città è sì fiorita, ma solo lungo le sue arterie principali che ad oggi sono ancora le stesse. Una di queste è proprio la Strada Statale 18, lungo la quale si svolge il mercato settimanale, causando, puntualmente oggi giovedì, un incremento del traffico nei punti più critici della città.

Non solo. Quello che sta avvenendo negli ultimi dieci anni è una cambio di rotta del sistema commerciale battipagliese che ha colpito anche il mercato.

Un’evoluzione al contrario: un’involuzione.

Il piazzale che raccoglie gli ambulanti si presenta sporco, manchevole di servizi igienici per il pubblico e alla mercé delle perturbazioni atmosferiche – violente raffiche di vento e acquazzoni d’inverno, temperature troppo elevate in piena mattina d’estate -. Quest’ultime non sono, di certo, una problematica recente, ma la mancanza di provvedimenti negli anni ha sicuramente influito sulla struttura economica del mercato: meno persone vanno al mercato, meno ambulanti vengono nel piazzale.

Inoltre, smontate le bancarelle, quello che resta è un vero è proprio scempio di pura inciviltà: rifiuti di ogni genere ricoprono tutta l’area esterna allo Stadio Luigi Pastena, aggiungendosi al degrado che già regna lungo la zona. C’è qualcuno che imputa tutto questo ad extracomunitari o famiglie di rom accampate in quelle zone, eppure, la zona circostante lo stadio è ben conosciuta anche per accampamenti notturni di altra natura.

La società è cambiata sotto tanti aspetti e continuerà a trasformarsi, ma quella a cui il mercato appartiene è una tradizione ben radicata: quella di subire e rispecchiare i danni di una società in discendente degrado. Senza pause di riflessione.

Jessica Moscato

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