Battipaglia, Treofan Italy: vigilia al tavolo di crisi

“L’anno vecchio è finito, ma qualcosa ancora qui non va”.

Così cantava Lucio Dalla, così è iniziato il 2019 per i dipendenti della Treofan Italy di Battipaglia e le loro famiglie.

Non basta, però, una canzone per raccontare la vicenda della Treofan: qui ci sono tutti gli elementi per un racconto di Natale amaro; un racconto che comincia quando gli operai trovano sotto l’albero la svendita di una fabbrica e del suo enorme potenziale, ad una multinazionale indiana (Jindal).

Nessuna spiegazione è stata data, così come manca il piano industriale per il nuovo anno. I giorni e le ore passano, la resina termina e la produzione si ferma.

Il presidio avanti allo stabilimento appartenente al gruppo De Benedetti va avanti da due settimane, ormai. Si fa potente del diritto di mantenere il proprio posto di lavoro, di non lasciare alla mercé di sconosciuti cinquantanni di storia. I dipendenti chiedono a voce alta, ma dall’altra parte non ha ancora risposto nessuno.

Presidio dipendenti Treofan Italy Battipaglia

Il Natale si è consumato nelle tende, avanti i cancelli, che hanno visto il passaggio delle autorità locali e dei rappresentanti sindacali a supporto dei 78 operai; Sergio Cardinali (Filctem-CGIL), Piero De Luca (PD), Cosimo Adelizzi (M5S). Tra questi, anche il ministro Luigi Di Maio ha raggiunto il presidio il giorno di Santo Stefano promettendo un tavolo al MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) appena dopo le festività natalizie, in cui sarà chiamata a rispondere la Jindal.

Dopo la notizia passata un po’ in sordina dell’appuntamento saltato al MISE e rinviato al prossimo 29 gennaio, arriva la convocazione per martedì 8 gennaio al tavolo di crisi.

Finalmente qualcosa sembra muoversi e i dipendenti della Treofan sentono crescere di nuovo la speranza. Si sa, però, che spesso si cammina un passo alla volta, e che per uno fatto in avanti ce ne sono dieci indietro.

Arriva, infatti, dalla Germania l’ordine di spostare il totale di 440 tonnellate di commesse, da Battipaglia agli stabilimenti di Terni e Neunkirchen (Germania, appunto).

Mai schiaffo è stato più doloroso per gli uomini e le donne che lavorano in uno degli ingranaggi più fruttuosi della Piana del Sele; mai beffa più palese del danno.

Dal 21 dicembre operai Treofan in presidio

I dipendenti della Treofan non mollano. Continuano la loro lotta anche sotto la neve, al freddo, contro questa ingiustizia sociale.

Questa vicenda ha colpito la comunità battipagliese, non essendo nuova al resistere contro le decisioni sul proprio futuro da parte di terzi.

Sono scese in campo tutte le aziende limitrofe a stringersi intorno alla voce dei 78 operai; anche gli ex lavoratori della Treofan stessa, che hanno lasciato un pezzo di cuore nello stabilimento, sono tornati avanti i cancelli per sostenere i loro ex colleghi e amici.

Attraverso i social network, i cittadini battipagliesi hanno partecipato alla condivisione di hashtag.

Siamo stati spettatori della forgiatura di una catena di solidarietà che ha dimostrato che, in fondo, questa città ha ancora un cuore che pulsa.

Questo pomeriggio, alle 18, si terrà il consiglio comunale monotematico con il sindaco Cecilia Francese, nel piazzale dello stabilimento. Si raccoglieranno gli animi in tensione per l’attesa del tavolo di discussione al Ministero.

Incontro che domani spera di essere il lieto capitolo conclusivo di questa storia di lotta di diritto al lavoro.

La redazione de L’Angolo di Phil augura buona fortuna a tutti i dipendenti della Treofan Italy Battipaglia. Incrociamo le dita per la proficuità derivante da questo incontro.

Jessica Moscato

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