Caso “Fonderie Pisano”: Il GIP rigetta la richiesta di archiviazione del PM e chiede indagine epidemiologica

Il 13 Giugno 2019, il Giudice per le indagini preliminari il dott. Alfonso Scermino nell’emettere l’ordinanza di rigetto archiviazione proposta dal PM, fotografa la questione relativa al procedimento che nasce dalla denuncia del Comitato “Salute e Vita”.

Ad opporsi alla richiesta del PM di archiviazione è stato proprio il Comitato, con il suo avvocato Fabio Torluccio. L’opposizione ha trovato riscontro nelle valutazioni del Giudice che ha accolto proprio la richiesta dell’avv. Torluccio che, supportato dal dott. Paolo Fierro – vicepresidente nazionale di Medicina Democratica – ha richiesto uno studio sulla mortalità e morbosità per l’area interessata dall’attività delle Fonderie Pisano, al fine di mostrare l’effettiva lesività dell’attività ai fini della sussistenza di fatti penalmente rilevanti.

L’INDAGINE & GLI STUDI – Lo strumento dello studio epidemiologico, è idoneo a garantire in modo attendibile la conoscenza del fenomeno studiato e a ricostruire con affidabilità e credibilità i profili di casualità generali, con il Giudice che dispone un termine di dodici mesi per l’espletamento degli accertamenti.

“Dal 2004 ad oggi i veleni sono certificati dalla’ARPAC”

Il Comitato Associazione Salute e Vita esprime la propria gratitudine al dott. Paolo Fierro e all’avv. Fabio Torluccio che hanno permesso, con le loro altissime professionalità che tutto ciò potesse accadere.

In autunno dovrebbe essere pronto anche lo studio S.P.E.S. (Studio di Esposizione nella Popolazione Suscettibile) un bio-monitoraggio e studio nell’ambito del piano Campania Trasparente. Lo studio tocca i territori interessati dalla presenza della Fonderie Pisano s.p.a., quindi i comuni di Salerno, Baronissi e Pellezzano. Un’area di studio che vede come centro le fonderie e raggiunge un raggio di 3 km coinvolgendo tutte le persone esposte alle potenziali fonti inquinanti. Coinvolti più di 400 soggetti residenti nella Valle dell’Irno tra i 20 ed i 49 anni, sottoposti ad analisi per ricercare nel loro sangue la presenza di metalli potenzialmente tossici e su contaminanti organici come le diossine.

L’accordo, è stato siglato con l’Istituto Superiore di Sanità il 30 Gennaio 2018 con l’obiettivo di verifica delle analisi effettuate e l’elaborazione dei dati per stabilire l’impatto delle sorgenti di contaminazione. Dai primi risultati, si evince che la concentrazione di alcuni metalli potenzialmente tossici risulta essere maggiore rispetto ai valori di riferimento individuati dalla comunità scientifica. Una concentrazione di metalli direttamente proporzionale al centro del modello di studio, fa comunque desumere che la sorgente individuata abbia un impatto significativo sulla dose di contaminanti.

Matteo Zoccoli

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