Quest’oggi, per la rubrica “Disubbidire per Vivere”, tratteremo della vera disobbedienza civile.
Parleremo di chi ci mette la faccia e lo fa a sostegno della comunità, con il fine di vedersi riconosciuto un diritto: il diritto alla cura.
Abbiamo già trattato in un altro articolo in questa rubrica, di Walter De Benedetto e delle sue vicissitudini con la legge: oltre al danno, di non riuscire più a curarsi con la cannabis, anche la beffa delle indagini e dei procedimenti penali a cui sarà sottoposto.
Oggi ascolteremo le parole di Alessandro Raudino, affetto da sclerosi multipla da più di 10 anni, e parleremo di come la sua battaglia per il diritto alla cura, si sia trasformata in un’associazione: Cannabis Cura Sicilia.
Da 6 anni fornisce supporto a tutti i malati iscritti che intendono curarsi con la cannabis, ma che non sempre ci riescono.
- Ciao Alessandro e grazie per la tua disponibilità. Entriamo subito nel vivo delle domande, partendo dal principio. Perché nasce Cannabis Cura Sicilia? Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto a formare un’associazione e a disubbidire civilmente (per vivere)?
“Ciao Carmine. Un saluto a tutti i lettori dell’Angolo di Phil. Ti rispondo dicendoti che il tutto è nato dall’esigenza primaria di dare una continuità terapeutica a tutti i malati che si curano con la cannabis. Io stesso sono affetto da sclerosi multipla e non sempre riesco a reperire il farmaco con continuità, durante tutto l’anno”
[Qui il VIDEO dove Alessandro si cura]
“Ecco perché nel 2013 abbiamo fondato l’associazione Cannabis Cura Sicilia e il 30 Novembre 2019 abbiamo dichiarato disobbedienza civile, ad un convegno patrocinato dal Comune di Siracusa, dalla Regione Sicilia e dall’Ente per lo Sviluppo Agricolo siciliano, a cui erano presenti anche tutte le forze dell’ordine.
In quell’occasione, dichiarammo le nostre intenzioni: coltivare, raccogliere e distribuire la disobbedienza ai malati che hanno aderito all’iniziativa, in forma totalmente gratuita. Questo è quello che avviene tutt’ora”
- A quali pericoli andate incontro come associazione?
Incorriamo nel pericolo di essere perseguiti penalmente solo per farci riconoscere il diritto alla cura. Ecco perché, al momento, la distribuzione della disobbedienza è in forma ufficiosa. Diventerà ufficiale solo quando andremo ad autodenunciare la distribuzione alla procura e stiamo valutando con l’avvocato quale strada intraprendere – ci racconta Alex – L’obiettivo della disobbedienza non è la mera coltivazione e distribuzione, ma la sensibilizzazione dell’argomento con l’opinione pubblica e le più alte cariche dello Stato, perché chi è malato, non può aspettare la burocrazia.
Abbiamo addirittura presentato alla Regione Sicilia, un progetto pilota che prevede lo sviluppo di coltivazioni di cannabis terapeutica, in forma associativa: sarà proprio l’associazione che dovrà farsi carico delle adesioni e provvedere al fabbisogno della sostanza, per tutti i malati iscritti. Causa Covid-19, stiamo ancora aspettando risposta…”
- In questi ultimi mesi si è parlato molto del Manifesto Collettivo, la proposta di Liberalizzazione della Cannabis, promossa dalla Società civile. Cosa ne pensi?
“Siamo state una delle prime associazioni a sottoscrivere il manifesto e aderire alla proposta di legge. Ci era piaciuta per la sua completezza. Quello di cui ci meravigliamo, è il quasi totale disinteresse dei politici con cui abbiamo discusso: chi dice di voler spingere davvero il manifesto, nella realtà dei fatti non lo fa, con la motivazione di dover seguire “una certa linea di partito” – spiega Alessandro Raudino – Deputati e senatori del Movimento 5 Stelle lamentano di dover condividere le decisioni con il PD, ma dimenticano di essere la maggioranza. Addirittura alcuni deputati, che inizialmente avevano aderito alla disobbedienza civile, si sono tirati indietro, seppur non rischiassero nulla”
- Cosa ti senti di consigliare a chi, come te, soffre di una patologia e vuole curarsi con la cannabis, ma non sempre riesce a reperirla ed è costretto a “disubbidire per vivere”?
“Come ti anticipavo, l’obiettivo dell’associazione è sensibilizzare ed invitare malati ed attivisti a riunirsi in realtà associative, per ogni città o provincia, che possano provvedere al fabbisogno dei malati stessi. Un po’ come sono nati i Cannabis Social Club in Spagna”
- Uno sguardo va, in queste ultime settimane, alle elezioni americane che, oltre alla vittoria di Biden su Trump, ha visto la vittoria dell’antiproibizionismo, con altri cinque paesi che legalizzano o depenalizzano il consumo. Pensi che sia solo il dio denaro a parlare o c’è realmente un risveglio consapevole della popolazione in tal senso?
“Credo ci sia realmente un risveglio consapevole, perché è da anni che gli USA sono in procinto di debellare quasi totalmente quel proibizionismo sulla cannabis che proprio loro ci imposero. Lo fanno perché pian piano si stanno accorgendo di tutti i vantaggi sociali ed economici che il processo di liberalizzazione porta con sé – spiega uno speranzoso Alex con uno sguardo rivolto al futuro – parliamo di nuovi posti di lavoro; tasse che vengono restituite ai contribuenti, come nel caso del Colorado; un minor consumo da parte dei minorenni ed un utilizzo più controllato da parte degli adulti.
Questa è sicuramente la linea che dovremmo adottare anche noi in Italia, data l’influenza che ha su di noi l’America, soprattutto dal dopoguerra ad oggi”
[Qui un ARTICOLO sugli effetti della legalizzazione in Colorado]
- Grazie infinite Alex per questa preziosissima testimonianza, utile per tutti e per chi come te, è costretto a Disubbidire per Vivere.
“Grazie a voi, un saluto a tutti i lettori e alla redazione dell’Angolo di Phil”
Vi lasciamo i contatti social dell’associazione, per chiunque volesse approfondire.
Facebook @curasicilia
Instagram cannabis_cura_sicilia_
Carmine Buccella
