Il virus e la Francia: il cambio di strategia che sembra funzionare (FOTO)

Prima ancora dell’Italia, la Francia ha subito una recrudescenza della seconda ondata particolarmente precoce, figlia della strategia sanitaria adoperata da Emmanuel Macron, Édouard Philippe prima e Jean Castex poi in estate. L’adozione del lockdown, nonostante opinioni scettiche e contrarie, sembra dare i suoi primi frutti.

IL CONTESTO FRANCESE – All’inizio della seconda ondata della pandemia di Sars-Cov2 ripresentatasi ad inizio ottobre, la Francia è stata la grande malata d’Europa, con un picco giornaliero di casi che ha raggiunto anche i 70.000 tamponi positivi il 28 ottobre.

Per quello che ho potuto vedere e per quello che ho vissuto in quanto studente italiano in Francia dell’università di Orléans, a circa un’ora di treno da Parigi, i cugini d’oltralpe avevano effettivamente fatto poco o nulla per arginare i contagi. Anche in estate, quando in Italia si viaggiava ad un ritmo di circa 100/200 casi al giorno, la Francia ne contava almeno dieci volte tanto. Macron aveva sin da subito spiegato che col virus bisognava imparare a conviverci almeno fino alla distribuzione di massa del vaccino.

Per questo al mattino eravamo schiacciati come sardine nel tram che dalla fermata di casa mi portava al campus. I polmoni riprendevano aria pulita solo al capolinea, con l’apertura delle porte. Insomma, avevo già visto le scene dei mezzi di trasporto che tanto hanno scioccato l’opinione pubblica italiana con le immagini delle metro e dei bus, da Palermo a Milano. Ad onor di cronaca, la Francia ha sempre fatto più tamponi dell’Italia, almeno 250.000 al giorno, soglia che il nostro Paese non ha raggiunto che il 14 novembre. Per il resto, alcuna misura veramente utile è stata presa per fermare il virus.

All’università nessuno che misurava la febbre, solo una soluzione idroalcolica all’entrata. Mascherina obbligatoria, ma nessuna distanza in classe per ogni grado d’istruzione. Praticamente nessuna misura che permettesse in concreto di fermare bruscamente la pandemia.

Francia

IL LOCKDOWN –  La strategia della coabitazione (termine caro alla politica francese, Chirac ne sapeva qualcosa) si è rivelata fallimentare. Il sistema ospedaliero ha sin da subito mostrato delle crepe importanti. Macron ha allora optato per “le confinement”, il lockdown, a partire proprio dal 28 ottobre. Lo stato d’emergenza è stato prolungato dal primo ministro Jean Castex fino al 16 febbraio. Ciò significa che i prefetti possono prendere ulteriori misure locali per arginare la diffusione del virus. Nonostante le parole di Macron che dall’emittente France2 invitava i francesi a rispettare le rigide misure
adottate come durante la primavera, si tratta in realtà di un coprifuoco esteso a tutta la giornata.

Le attività scolastiche sono state mantenute, tranne per gli universitari. Seguiamo le lezioni su Teams. Tutte le attività necessarie sono ovviamente aperte. Tra queste, ne sono state incluse molte di più di quelle giudicate tali in primavera. Per esperienza personale pochi i controlli. Tuttavia, questa strategia, intrapresa per cercare di salvare almeno il commercio natalizio, sembra funzionare. Si marcia ad un ritmo compreso tra i 30 e i 40.000 tamponi positivi quotidiani e il triste conteggio dei decessi aumenta di circa 3/400 al giorno. Circa la metà di quelli italiani di cui siamo testimoni in questi
giorni.

La diminuzione di casi è evidente soprattutto nei grandi centri come Parigi, Marsiglia, Tolosa, che avevano già fatto oggetto di misure preventive da inizio ottobre.

E io? Io aspetto ancora un tampone effettuato il 19 ottobre di cui si sono perse le tracce, con buona pace di tutti coloro che ho incontrato.

Francesco Mirra

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