“Qui ho potuto realizzare un sogno”. Cambio vita, mi trasferisco in Svezia! (FOTO)

I primi tempi non sono mai facili, e spesso le aspettative vengono deluse, ma perseverando e non mollando ci si accorge che la al di fuori dello stivale realizzarsi è molto più semplice perché ogni sforzo viene meritocraticamente ripagato.

Oggi Simona Paola Santoro ci racconta la sua esperienza e ci illustra le ragioni per le quali a 19 anni, subito dopo la maturità, ha deciso di lasciare l’Itali e la sua città, Baronissi, per andare a vivere in Svezia.

“Ho sempre saputo di voler frequentare l’università fuori Salerno, e ho sempre avuto una grande voglia di scoprire nuovi posti. Durante l’ultimo anno del liceo linguistico avevo deciso di andare a studiare lingue a Bologna, città dove abita tuttora mia sorella. I miei piani sono inaspettatamente cambiati quando mio padre ha ricevuto un’offerta di lavoro a Stoccolma, da sempre città dei miei sogni. Ero stata lì in viaggio durante la mia infanzia e adolescenza innamorandomene completamente. Non ci ho dovuto pensare nemmeno due volte, ho deciso di partire insieme ai miei genitori per la Svezia.”

Insomma, un drastico cambiamento. E, come si può ben immaginare, l’entusiasmo e l’euforia iniziale lasciano presto spazio a senso di smarrimento e disorientamento.

“Inutile dire che il primo anno è stato ricco di sfide e ostacoli. La prima cosa da considerare è il clima: quando siamo arrivati in Svezia a fine agosto, siamo stati accolti da un pieno autunno che nel corso di appena un mese si è trasformato in un inverno secco con temperature intorno allo 0. Il sole faceva capolino solo per poche ore prima di tramontare di nuovo alle 14 circa. La decisione di partire così all’improvviso mi ha impedito di iniziare l’università nel nuovo paese, poiché in ritardo con le date di iscrizione, e l’idea di dover prendere un anno sabbatico è stata una cosa che ho dovuto accettare a malincuore”

Un fattore importante e da non sottovalutare è la difficoltà linguistica, che ha sicuramente messo un freno alla possibilità di socializzare e sentirsi parte di una nuova realtà.

“Il mio approccio verso la lingua svedese è stato piuttosto negativo e non mi sentivo sicura nemmeno parlando inglese, cosa che mi ha spinta ad evitare contatti interpersonali se non strettamente necessari. La mia condizione emotiva di disagio mi ha portato spesso a riflettere sul fatto che proprio la città dei miei sogni, Stoccolma, sembrava avere esaurito tutta la magia che le avevo sempre attribuito.”

Viene quindi spontaneo chiederle cosa l’abbia spinta a stringere i denti e a restare, considerando che tornare in Italia sarebbe stata, almeno apparentemente, la soluzione a tutti i problemi.

“Da persona orgogliosa quale sono, non avevo alcuna intenzione di arrendermi ai primi ostacoli e ho impiegato tutte le mie energie nelle cose che amavo – ci racconta – ho così iniziato a riconoscere la bellezza della natura svedese, le foreste, i laghi ghiacciati e la neve e a sentirmi parte della nuova città, con i suoi caffè, gli angoli pittoreschi, i pub e le metropolitane ricche di volti provenienti da tutto il mondo. C’è anche da dire che la Svezia, rispetto all’Italia, offre sicuramente molte più opportunità ai giovani, incentivandoli a studiare mediante sostegni economici e garantendo loro periodi di formazione sul campo, fondamentali per acquisire conoscenze sia teoriche che pratiche e permetter loro di affacciarsi con più facilità al mondo del lavoro”

Inoltre, per la nostra Simona, il periodo di assestamento iniziale, la quiete svedese e i paesaggi pittoreschi hanno svolto un ruolo fondamentale perché l’hanno spinta a riflettere su se stessa e sulle sue priorità, incentivandola a recuperare un progetto ambizioso:

“All’età di 13 anni, un po’ per gioco, ho iniziato a scrivere un romanzo, rimasto però incompleto. Arrivata in Svezia, ho deciso di recuperare la bozza e ho lasciato che la storia prendesse forma. A novembre ero giunta alla fine del racconto, non riuscivo quasi a crederci. Da lì è partito il processo di editing e attesa da parte delle case editrici. Ho pubblicato “Non sento niente” a maggio 2020 con la casa di autopubblicazione Youcanprint, una bella soddisfazione e di certo un passo nella direzione giusta per la realizzazione di un sogno”

Al momento Simona non ha alcuna intenzione di tornare in Italia. È consapevole che essere cresciuta nel Bel Paese ha contribuito a renderla la persona che è, ma in Svezia si sente tutelata e soprattutto ama l’idea che ognuno lì sia libero di essere se stesso, senza correre il rischio di incontrare intolleranza e odio.

Anna Spagnuolo

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