Investimenti milionari, dove finiscono le offerte dei fedeli al Vaticano?

Ci sono state nel corso degli anni alcune inchieste giornalistiche che hanno svelato dei retroscena poco coerenti con la dottrina vaticana. La trasmissione Report e l’inchiesta giornalistica di Mario Gerevini e Fabrizio Massaro, contenute nel libro «I mercanti nel tempio» svela retroscena che sembra tratta da un film hollywoodiano eppure hanno riscontro nella realtà a cui sono seguite molte dimissioni al Vaticano.

“Cardinali, monsignori, funzionari della Santa Sede. Centinaia di milioni di offerte dei fedeli svanite tra investimenti temerari e commissioni pagate a intermediari affamati”, un’inchiesta giornalistica che analizza gli affari giudicati spregiudicati del Vaticano.

  • Gli investimenti della chiesa nel cinema con i soldi dei fedeli

La segreteria di stato vaticana ha investito in un fondo speculativo che scommetteva sull’arrivo di una catastrofi, pandemie, guerre o danni imbientali. Quattro milioni e trecento investiti sul fondo Geo-Risk, gestito dalla banca Morgan Stanley che a inizio del 2020 esattamente nel Febbraio, con l’arrivo della pandemia ebbe un guadagno vertiginoso sino al 20% in un solo giorno. Enrico Crasso, il gestore delle finanze vaticane, grazie alla sua società Centurion Global Fund riesce a fruttare i soldi vaticani facendo affari con Lapo Elkann, e il il patron del Genoa, Enrico Preziosi, grazie al suo fiuto riesce a investire anche nel campo del cinema hollywoodiano. Il film di Will Smith ha visto un investimento, da parte del Vaticano di 3 milioni per Men in Black.

Nel 2018 a Napoli ci fu una cena a cui parteciparono Enrico Crasso, il banchiere di fiducia della Segreteria di Stato del Vaticano in rappresentanza del fondo Centurion, Italo e Tommaso Marzotto, nipoti di Umberto e Marta Marzotto in veste di produttori cinematografici e il regista premio oscar Oliver Stone. Lo scopo della cena era investire in un film scritto da Stone, e il titolo del film sarebbe stato White Lies, un dramma familiare ambientato a New York. Il Vaticano però chiese delle garanzie che avrebbero portato un incasso cospicuo, una garanzia sarebbe stata la partecipazione dell’attore latino Benicio del Toro. Uscirono molti comunicati che annunciarono l’inizio delle riprese ma all’ultimo Benicio del Toro rifiutò il film per indisponibilità.

L’investimento, di un milione di euro, fu dirottato sul film Rocketman che raccontavano la vita di Elton John. Il film tratta dell’eccentrico vita del mito del rock con scene di sesso gay e consumo di stupefacenti. Poco tempo la congregazione per la dottrina della fede prende una posizione contro le coppie gay «la Chiesa non dispone del potere di benedire unioni di persone dello stesso sesso, la Chiesa benedice il peccatore ma non benedice, né può benedire, il peccato»

Proprio per questo motivo, quando la chiesa vieta la benedizione alle coppie gay Elton John dichiara:

«Come può il Vaticano rifiutarsi di benedire le unioni gay perché “sono un peccato”, ma allo stesso tempo trarre felicemente profitto dall’aver investito milioni in Rocketman, un film che celebra la felicità che ho raggiunto dal mio matrimonio con David??»

Rocketman è costato 41 milioni, con un incasso di 200 milioni e la Santa Sede ha ottenuto una fetta pari al 13,5 per cento.

Duecento milioni di dollari per comprare un palazzo a Londra, che sarà un salasso per le casse vaticane e inizieranno a vacillare, un investimento sbagliato tanto che in poco tempo si perderanno sessantantre milioni di euro. Conti segreti in svizzera e il fondo Centurion a Malta, soldi investiti nel cinema hollywoodiano, ma quello forse uno degli investimenti più discutibili è nella pillola del giorno dopo prodotta dalla società Novartis.

Da sempre la chiesa schierata contro l’aborto e, secondo un’inchiesta condotta da Reporter, l’A.P.S.A. ovvero l’organismo della Santa Sede fino al 2016 ha posseduto quote azionarie di circa venti milioni nelle industrie farmaceutiche Novartis e Roche che fabbricano pillole abortive e pillole del giorno dopo.

Tutto ciò per ribadire come spesso il concetto di chiesa (materiale) e religiosità (spirituale) non sia quasi mai sullo stesso livello. E’ giusto che chi professa valori a difesa dell’umiltà e della povertà si permetta lussi del genere?

Laura Piserchia

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