Eboli, scuola Molinello: una historia recente in attesa di conoscerne il futuro (FOTO)

Prima di guardare al futuro è utile dare un’occhiata al percorso recente che ha portato a
questa decisione.

La scuola è stata costruita negli anni ‘70 e da allora ha sempre ospitato classi di ragazzi
delle scuole elementari e dell’infanzia. Si trova in via Po, nel quartiere Molinello, dal quale prende il nome di “Plesso Molinello” e fa parte dell’Istituto Comprensivo Giacinto Romano.

Negli anni si sono manifestati nell’edificio segni di usura abbastanza evidenti, tanto da portare alla chiusura di parti dell’edificio dichiarate come inagibili. Tra queste l’ala che ospita la palestra, oggetto di un vero e proprio distacco dal resto della costruzione.

HISTORIA – Poco prima del 2018 viene commissionato uno studio di fattibilità per la messa in sicurezza dell’edificio. Tale studio prevedeva un intervento di ristrutturazione dell’edificio esistente per un totale di 1.489.200 € (circa un milione e mezzo di euro), e viene approvato dalla giunta dell’allora Sindaco Massimo Cariello il 3 luglio 2018. Il progetto riceve il finanziamento per l’esecuzione dei lavori da parte della Regione Campania il 21 giugno 2019, e si può quindi partite. Viene selezionata una ditta che dovrà progettare l’intervento che, prima di passare alla progettazione vera e propria, realizza una verifica di vulnerabilità sismica della struttura.

L’esito della verifica viene comunicato al Comune in data 9 giugno 2022, e comporta “un
indice di vulnerabilità sismica IS-V prossimo allo zero e che tale situazione non garantisce i
livelli minimi di sicurezza per gli utenti.” Come conseguenza diretta il 23 giugno 2022 l’edificio viene dichiarato inagibile da parte del Comune e chiuso. Intanto lo studio siciliano procede con la progettazione dell’intervento di adeguamento sismico. Vengono proposte diverse alternative progettuali, tra cui la demolizione e ricostruzione nello stesso luogo dell’edificio. Tale opzione ha un costro preventivato di 5.556.000 € (circa cinque milioni e mezzo di euro). Nelle conclusioni dello studio siciliano si indica come sia giudicato più conveniente operare una demolizione e ricostruzione in situ dell’edificio rispetto all’adeguamento della struttura esistente. Questo anche tenendo in considerazione che il finanziamento di 1.489.200 € non sarebbe comunque sufficiente a coprire i costi della ristrutturazione.

A questo punto torniamo all’attualità, e alla delibera del 6 luglio 2023. La giunta, seguendo le indicazioni tecniche ricevute, decide per la convenienza dell’intervento di abbattimento e ricostruzione, e candida questa versione del progetto al bando “Scuola Viva in cantiere” della Regione Campania. Nel caso il progetto dovesse ricevere i finanziamenti necessari, sarà inserito nel programma triennale dei lavori pubblici.

Alleghiamo alcuni degli elaborati tecnici che descrivono il progetto di demolizione e
ricostruzione, dai quali rileviamo alcuni dati:

• la pianta del nuovo edificio ricalcherà quella dell’edificio esistente
• viene previsto un impianto fotovoltaico sul tetto
• fanno parte dell’area della scuola 804 m² di area verde e 905 m² di area gioco
• la palestra avrà una superficie di 345 m² con un locale polifunzionale annesso di 20

• l’edificio metterà a disposizione 10 aule studenti da 24 posti ognuna e di circa 40 m²
• la struttura sarà completa di mensa, due aule laboratorio e di una sala lettura di 14

Proprio su quest’ultimo punto potrebbe essere utile ragionare un po’. Una valutazione
andrebbe ad esempio fatta sulla presenza di una sala lettura da 8 posti per un edificio che
può ospitare fino a 240 bambini. Se anche la scuola riuscisse a dotarsi di una piccola
biblioteca, sfruttando magari anche altri spazi di recupero, sicuramente avrebbe difficoltà a
svolgere un ruolo di Biblioteca / Aula studio di quartiere.

Più volte abbiamo sottolineato come i dati sulla dispersione scolastica e sulla povertà educativa siano drammatici nel nostro comune, così come nel resto del territorio del Mezzogiorno. C’è bisogno di più presìdi culturali sul territorio: luoghi polifunzionali che non siano soltanto una scuola ma che mettano a disposizione locali di aggregazione, studio e sport per tutta la comunità.

Abbiamo chiesto l’opinione di Francesco Naimoli, giovane architetto che dopo delle
esperienze fuori ha scelto di vivere e lavorare a Eboli. «Non è affatto un male abbattere e
ricostruire, nel caso sia davvero necessario. Il patrimonio immobiliare di Eboli risale per la
gran parte agli anni 70, dove la qualità architettonica e funzionale non era di sicuro il primo
pensiero dei costruttori.». Il progetto attuale non sembra però presentare caratteristiche
innovative, ma probabilmente c’è tempo per intervenire. «Oggi il comune ha una grande
opportunità, far realizzare la prima scuola innovativa di Eboli, se si impegna a seguire delle
procedure ormai collaudate. Una scuola innovativa è una scuola aperta al territorio, che
offre oltre ai servizi essenziali specifici, anche delle opportunità alla comunità, con
laboratori e spazi polifunzionali utilizzabili da terze parti, cosa sempre più comune e
richiesta ovunque in Italia. » ci dice ancora Naimoli.

Lo spazio per intervenire c’è, perché se il progetto sarà finanziato dalla Regione Campania
si andrà poi a mettere a gara l’incarico per chi (e come) realizzerà la nuova struttura. «Il
passaggio chiave di un progetto di qualità» continua Francesco Naimoli «è la pubblicazione
del bando non solo sul sito del comune di Eboli, magari nascosto e poco accessibile, ma
anche sui maggiori siti di architettura che gestiscono concorsi del genere, come
“professione architetto” o “concorrimi”. In questo modo la platea di architetti non si riduce
solo agli architetti locali, ma si potrà vedere la diversa visione dell’architettura anche di
studi specializzati presenti sul territorio nazionale. La trasparenza è di sicuro il primo passo
verso la qualità.»

Insomma l’Amministrazione ha tempo per definrie bene l’indirizzo da dare a quest’opera, magari di concerto con la comunità locale e coinvolgendo i cittadini. Se è vero che per il plesso del Molinello è più conveniente un’opera di abbattimento e ricostruzione allo scopo di avere un edificio nuovo e moderno, la stessa logica deve essere applicata sul ruolo che esso rivestirà nel quartiere. C’è ancora tempo per una discussione sul tema, e ne vale sicuramente la pena.

A cura di Michele Mondelli

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