Emma Marrone grida “aprite i porti”, piovono critiche: è giusto che la politica influenzi la musica?

Arte e politica viaggiano su binari totalmente diversi ma talvolta può capitare che le loro strade si incrocino.

E’ ciò che è accaduto qualche giorno fa al Palasele di Eboli, dove la cantante salentina Emma Marrone, durante la tappa del “Essere qui tour 2019”, ha preso una posizione netta in riferimento al dibattito politico sui migranti che negli ultimi mesi sta tenendo banco in Italia.

IL FATTO – Tra una canzone ed un’altra si è definita contraria al governo attuale, in riferimento alla questione migranti portata avanti dalla Lega e dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini, gridando a gran voce “Aprite i porti”. I fan si sono schierati in due posizioni: chi era presente al live ed ha applaudito la cantante appoggiandola e chi sui social network l’ha inondata di messaggi di dissenso.

LE REAZIONI – Recenti invece sono state le dichiarazioni del consigliere comunale della Lega di Amelia (Terni) Massimiliano Galli, che hanno destato più scalpore: ”Faresti bene ad aprire le tue cosce facendoti pagare, per esempio”. La lega si è subito dissociata dalle affermazioni del consigliere ed ha avviato la procedura di espulsione, ritenendo gli insulti sessisti inaccettabili.

Non tarda ad arrivare la risposta della cantante dal palco di Ancona durante un’altra tappa del suo live: “È un momento storico in cui stiamo annegando nell’odio. A chi mi ha offesa con parole forti e violente voglio dire che non diventerò mai come loro e il mio palco sarà sempre fonte di luce e di amore e rispetto per tutti”.

MUSICA & POLITICA – Adesso, siamo arrivati ad un bivio. E’ giusto che lo scenario musicale venga contaminato dalle discussioni politiche?

Un polverone è stato alzato anche dalla recente vittoria sanremese del brano “Soldi” di Mahmood, giovane cantante di origini italo-egiziane, cui testo affronta un tormentato rapporto padre-figlio. Subito dopo la proclamazione non sono mancate le polemiche, molti hanno attribuito un trionfo ad uno scopo politico, pilotato dai “giuristi radical chic”.

Nonostante l’indiscusso gesto di coraggio di Emma Marrone nell’affrontare temi delicati, credo che la musica non debba essere intaccata in alcun modo da nessuna posizione e schieramento politico. 

La musica è arte e l’arte non può nascere e non può essere creata in modo puro se costantemente contaminata da sentimenti negativi e discussioni che vanno ben oltre gli obiettivi che un’artista (musicale e non solo) si pone per dare alle persone qualcosa di bello con cui sognare, gioire, piangere e viaggiare con la fantasia.

Rossella Pisaturo

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