Genova, crollo ponte Morandi: le ‘cose’ si ricostruiscono, le ‘persone’ no

L’Italia è invasa ovunque da post, articoli, dibattiti e trasmissioni inerenti al crollo del ponte Morandi di Genova.

Possiamo piangere quanto vogliamo ma il ponte verrà ricostruito prima o poi per la gioia dell’urbanistica ligure mentre le persone non potranno essere resuscitate purtroppo.

E’ questo il nodo su cui si dovrebbe riflettere.

Parole come ‘piani di sicurezza’ o ‘controlli di routine’ in Italia sono sconosciute. Si è lasciato un ponte risalente agli anni 50′ senza alcuna manutenzione e, come possiamo notare anche dalle minuscole realtà in cui viviamo, la vita umana ha poco valore e se deve essere fatta quella spesa o quel controllo in più per ‘stare sicuri’, si preferisce evitare vuoi per svogliatezza vuoi, purtroppo, per incompetenza.

Esempio banalissimo: abbiamo centinaia di scuole in tutta Italia senza neanche uno straccio di piano di sicurezza/evacuazione e con controlli che avvengono una volta l’anno se tutto va bene. Tutti a piangere e lamentarsi se queste poi inevitabilmente crollano, mentre dall’altra parte non c’è nessuno a far battaglie per provare a prevenire le tragedie, facendo notare i problemi prima che la catastrofe si concretizzi.

Perchè tutto ciò?

In primis l’uomo ha troppe comodità per puntare i riflettori su problemi che ancora devono concretizzarsi e quindi lascia scorrere le cose per poi gridare alla ‘vergogna’, allo ‘scandalo’, alla ‘tragedia’ quando ormai è troppo tardi. Nessuno si rimbocca le maniche facendo notare questo o quel problema prima che sia troppo tardi.

Secondo punto, inevitabilmente, è il lavoro di chi è addetto a garantire la sicurezza dei cittadini. Se qualche migliaia di euro devono essere usati per controlli o per organizzare piani atti a garantire la sicurezza, si preferisce usarli per ‘altro’ (diciamo così) perchè ognuno guarda al suo orticello anche (e soprattutto) quando si ricoprono cariche pubbliche o si svolgono lavori nell’interesse della comunità.

Bisogna cambiare il modo di affrontare le cose, perchè le tragedie (tranne quelle naturali) sono solo la fine di un processo di un qualcosa andato a male a causa di persone che non hanno portato a termine i propri doveri.

Filippo Folliero

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