Il movimento nasce ufficialmente il 4 ottobre 2009 a Milano per iniziativa dell’imprenditore Gianroberto Casaleggio e del comico genovese Beppe Grillo.
La fondazione è però il risultato di iniziative già proposte in occasione delle amministrative del 2009, quando vennero presentate delle liste civiche a Cinque Stelle. Anche se vi è una differenza sostanziale tra movimento e partito, in questo articolo i termini saranno utilizzati in maniera interscambiabile, anche perché il M5S è ormai un partito a tutti gli effetti.
IDEOLOGIA – Il M5S si è spesso autodefinito come una formazione trasversale, ovvero né di destra né di sinistra e che punta a superare ogni posizione ideologicamente preconcetta. Si tratta senza dubbio di un partito che ha cavalcato (con l’entrata nelle istituzioni un po’ meno) l’onda del populismo. In origine fortemente euroscettico, questa posizione è stata abbondantemente rivista, anche se qualche sfumatura critica rimane.
Beppe Grillo ha più volte ribadito di non credere nel Parlamento, istituzione a suo modo di vedere ormai vetusta, e supporta nuove forme di democrazia partecipativa, soprattutto online (edemocracy).
STORIA – Il tutto ha inizio nel 2005 quando il comico Beppe Grillo propone di utilizzare la piattaforma Meetup per coordinarsi al livello locale. È l’inizio degli Amici di Beppe Grillo, dei gruppi di persone che si riuniscono spontaneamente per discutere del destino dei propri territori.
Il 2007 si rivela essere una data importante per il movimento che inizia a farsi conoscere attraverso il V-Day (il Vaffanculo Day) che mirava a introdurre una legge di iniziativa popolare sui criteri di candidabilità e eleggibilità dei parlamentari. Nel 2009, Grillo decide di candidarsi alla segreteria nazionale del Partito Democratico, candidatura rifiutata dallo stesso partito. Nello stesso anno viene creato il Movimento Nazionale a Cinque Stelle e nel 2010 il M5S si presenta in cinque regioni per le regionali e il movimento vede i primi eletti nei consigli regionali e comunali.
Nel 2012 viene annunciata dallo stesso Grillo la presenza del M5S alle elezioni del 2013. Il Movimento riesce a presentarsi in tutte le circoscrizioni e alle elezioni del 24-25 marzo ottiene il 25,56% alla Camera e il 23,80% al Senato, affermandosi come la terza formazione in Italia, dietro alla coalizione di centro-sinistra e a quella di centro-destra. Solamente coloro che avevano già partecipato a competizioni elettorali con il M5S e che non erano stati eletti hanno potuto candidarsi.
Il Movimento, forte al livello nazionale, trova non poche difficoltà al livello regionale e locale, come in occasione delle elezioni in Sardegna del 2014, quando il partito non si presenta. Il risultato delle europee del 2014 mostra una tendenza piuttosto stabile, anche se inferiore alle elezioni dell’anno precedente. Il M5S si accoda quindi al partito di destra dell’UKIP di Nigel Farage, il principale artefice della Brexit.
Alle amministrative del 2016, il Movimento riesce ad ottenere, tra gli altri, i comuni di Roma (con Virginia Raggi) e di Torino (con Chiara Appendino). Nel frattempo, Luigi Di Maio, figura di spicco sin dall’inizio dell’esperienza pentastellata, diventa il nuovo capo politico del M5S.
Alle elezioni del 4 marzo 2018, il M5S diviene il primo partito italiano ottenendo il 32% dei voti alle due Camere. Il Movimento indica Giuseppe Conte come Primo ministro e una coalizione con la Lega di Matteo Salvini viene siglata. I rapporti tra i grillini e la Lega si deteriorano fino a quando nell’agosto 2019 il “contratto di governo” arriva alla fine. Viene quindi trovato un nuovo accordo con il Partito Democratico e il Governo Conte II vede la luce. Nella coalizione di governo entra anche il partito di Matteo Renzi, Italia Viva. L’ex sindaco di Firenze pone delle condizioni per quanto riguarda il MES, le deleghe ai servizi segreti e sull’utilizzo di del Recovery Fund. I partiti di governo non riescono a trovare la quadra e una nuova crisi di governo si palesa. È la fine del Conte II.
Il Presidente Mattarella propone quindi Mario Draghi come Primo ministro. L’ex presidente della BCE viene supportato da un governo di larghe intese, che vede il M5S sempre come locomotiva. Non sono mancati malumori all’interno del partito, con la fuoriuscita di Alessandro Di Battista, uno dei membri del “trittico pentastellato” formato da Grillo, Di Maio e lo stesso Di Battista.
Come ogni articolo, anche questo doveva concludersi con una domanda posta ad un esponente locale del partito in questione. Purtroppo l’invito è stato gentilmente declinato e rimandato a data da destinarsi.
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Francesco Mirra