La concezione del gallus gallus domesticus, comunemente detto gallo, è mutata più volte nel corso dei secoli. Fin dall’antica Grecia il gallo è sempre stato considerato animale sacro, così come era considerato tale sopratutto nella religione Zarathustra dell’Iran antico.
Nel folclore moderno dell’Europa centrale, il gallo veniva usato come offerta sacrificale al diavolo.
Nella tradizione iconografica, è raffigurato come simbolo della vigilanza o della combattività, mentre sulle tombe simboleggia la resurrezione.
Nell’antico simbolismo cristiano, il gallo entra sia con riferimento all’episodio evangelico di San Pietro, con il rinnego di Cristo prima del canto del gallo. Ovvero: “Prima che il gallo canterà tre volte all’alba, tu mi tradirai”
LA VERSIONE CHE CI PIACE – Teoricamente, da quando si è piccoli, ci hanno sempre insegnato che i galli sono gli annunciatori del giorno nuovo, il loro canto all’alba ci dà il segnale dell’inizio di un nuovo giorno.
Avendo un gallo sotto casa che canta alle 4 di pomeriggio e alle 8 di sera, ho iniziato a pensare ci fosse qualcosa che non andava. I galli probabilmente hanno avviato un traffico di cocaina che li tiene su di giri tutta la giornata e non gli basta più cantare di buon mattino, ma devono farlo durante tutta la giornata non riuscendo a stare fermi.
Mettono a ferro e fuoco il pollaio, intimidiscono le altre galline. Insomma per questi galli non c’è più religione. Spesso possiamo trovarli azzuffarsi con galli colombiani spacciatori, che fanno la ‘cresta’ su ciò che vendono.
LA VERSIONE REALE – Non è mai stato chiaro se si trattasse di una manifestazione controllata da un orologio biologico o di una reazione a stimoli esterni, dato che l’animale può lanciare il suo caratteristico verso anche in altri momenti della giornata, per esempio in risposta al canto di altri galli.
Per chiarire la questione due ricercatori giapponesi della Nagoya University, Tsuyoshi Shimmura e Takashi Yoshimura, hanno registrato l’attività sonora di alcuni galli nell’arco di 24 ore in un ambiente di cui potevano controllare la luminosità. Contemporaneamente hanno filmato il comportamento dei loro esemplari con una videocamera sensibile all’infrarosso.
In situazioni di illuminazione simili a quelle naturali i ricercatori hanno così verificato la presenza del canto anticipatorio (e del comportamento a esso connesso), che precede di circa due ore l’alba, come si osserva anche nella specie selvatica.
Dato che il gallo canta anche immediatamente dopo l’arrivo della luce, i ricercatori hanno poi sperimentato gli effetti di stimoli luminosi di diversa intensità (0, 0,1, 1, 10, e 100 lux) sul numero e sul volume delle vocalizzazioni dell’animale, in funzione della lunghezza, della velocità e dell’ora reale in cui venivano presentati quegli stimoli.
Hanno così stabilito che il ritmo fondamentale del canto del gallo è determinato dai suoi ritmi biologici, benché anche stimoli esterni come la luce e il canto di altri individui possano indurre una risposta canora, l’entità di questa risposta dipende anch’essa dall’orologio circadiano.
Di particolare importanza è il ritmo biologico interno che regola il rilascio di testosterone, come ha dimostrato il confronto delle prestazioni fra galli interi e capponi, ai quali sono state somministrati svariati dosaggi di quell’ormone.
Insomma al gallo piace fare il ‘potente’, indipendentemente dall’ora e dal luogo dove si trova.