La “sfortuna” di nascere a Eboli e lo scippo generazionale dell’Autonomia Differenziata

Il primo atto dello scontro sul progetto di Autonomia Differenziata del Governo Meloni è in scena. Da una parte e dall’altra le due compagnie politiche recitano i copioni a cui sono predestinati.

Eppure sul palco mancano ancora gli attori principali. Coloro i quali si ritroveranno, loro malgrado, ad essere i protagonisti di questa commedia diventata a quel punto dramma.

Sono tutti i ragazzi nati dal 2000 in poi, quelli che oggi sono definiti Generazione Z e Alpha, che si ritroveranno a recitare l’ultimo atto nel quale la trama sarà ormai esaurita. L’unica cosa a cui potranno limitarsi sarà scoprire il colpevole.

L’Italia è già una Repubblica Federale – La Costituzione Italiana è già stata modificata in senso federale dalla riforma del 2001 con un governo di centrosinistra. Riforma entrata in vigore a seguito di un Referendum confermativo per il quale l’affluenza è stata del 34,1%. Due italiani su tre non hanno ritenuto necessario esprimersi sul tema.

E spesso non sono soltanto gli italiani ad avere uno scarso interesse nella politica. Succede infatti che nei tavoli ai quali si definivano le condizioni per l’attuazione del federalismo fiscale previsto dalle nuove norme gli amministratori di molte parti d’Italia (e specialmente del Sud) si dimenticassero di partecipare. Questo ha consentito l’approvazione di norme, da parte di chi invece a quei tavoli ha partecipato, che danno maggiori risorse ai comuni che già offrono servizi migliori degli altri. In tal modo i divari tra territori non potevano far altro che aumentare con gli anni, e infatti è proprio ciò che è avvenuto.

Con la riforma proposta dal Ministro Calderoli e che tra poco approderà alle Camere l’intenzione è di ampliare ancora di più le materie sulle quali le Regioni potranno operare in piena autonomia, aggiungendo ad esempio temi centrali della vita dei cittadini come salute, lavoro, ambiente e istruzione. Il rischio è di cadere in una Babele di norme nella quale i divari tra i diversi territori aumenteranno in maniera esponenziale.

La sfortuna di nascere a Eboli – Gli studi sui divari tra Nord e Sud sono davvero tanti, ma i risultati di alcuni fanno più male di altri. Uno studio di Save The Children riporta come chi nasce a Eboli ha una speranza di vita media in buona salute che è di 57 anni. La media italiana è di 60 anni. In media, chi nasce a Eboli ha 3 anni di vita in salute in meno rispetto al resto della penisola.

Se prendiamo invece Bolzano, città nella quale la speranza di vita media in buona salute è tra le più alte, si arriva a 67 anni. Un cittadino ebolitano “paga” l’incapacità delle nostre classi dirigenti di colmare i divari territoriali tra Nord e Sud con 10 anni di vita in buona salute.

Rimanere ci costerà sempre di più – Per esprimere un giudizio di merito sul tema dell’autonomia bisogna avere il tempo di approfondirne la storia e la direzione. Forse la riforma di Calderoli va nella strada opposta rispetto a quella intrapresa finora, e in realtà aiuta i territori con meno servizi a ricucire il gap con il resto del Paese. Oppure può essere che si tratti di una riforma che ferisce profondamente il concetto stesso di Stato Unitario, finendo per esacerbare le disuguaglianze tra territori e negare i diritti costituzionali a tanti cittadini.

Conoscerla e valutarla è però un imperativo assoluto, soprattutto per i giovani. È necessario che le generazioni di domani abbiano consapevolezza di quello che sta succedendo, e partecipino in maniera attiva al dibattito pubblico sul tema.

Sarebbe importante che anche l’Amministrazione Comunale si facesse promotrice di una discussione sul tema, magari con un’assemblea pubblica e con una presa di posizione chiaro in Consiglio Comunale (così come stanno facendo tanti Comuni, anche molto vicini a noi). Per il momento invece il Sindaco Conte ha mancato l’appuntamento dello scorso 17 marzo a Napoli con gli altri amministratori del territorio, e non si hanno indicazioni se il Comune di Eboli discuterà l’argomento o intende lavorare a una presa di posizione ufficiale.

Oggi è ancora possibile salire sul palcoscenico e cambiare la trama di questa storia. Rimanere in platea ci costerà probabilmente la rinuncia ad altri anni di vita.

*Per approfondire

Marco Esposito – Zero al Sud (Rubbettino Editore)
Rapporto Bes 2021: il benessere equo e sostenibile in Italia
Save The Children – XIII Atlante dell’Infanzia (a rischio) – Come stai?
Riforma alternativa del Titolo V della Costituzione

A cura di Michele Mondelli

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