L’Unisa e le sue sorelle: mense universitarie chiuse, ma Regione trattiene buoni pasto

Da circa tre mesi, con la chiusura degli Atenei universitari in ottemperanza alle prescrizioni governative, la Regione Campania non ha più erogato i servizi di ristorazione e mensa per gli studenti universitari, quantificati in una quota annuale detratta dalle borse di studio di chi ne usufruisce. Eppure, nonostante le mense siano chiuse, risulta che nelle Università della nostra regione si stiano continuando a trattenere quelle somme senza alcuna giustificazione o motivo.

Tutto ciò è emerso alla luce di numerose segnalazioni, molte delle quali pervenute in particolare dalle associazioni studentesche dell’Università di Fisciano.

700 EURO DETRATTI IMMOTIVATAMENTE – Infatti, è bene ricordare che dall’importo della borsa di studio viene operata una detrazione pari a 700 euro per gli studenti che scelgono il pasto in mensa e di 540 euro per quanti invece optano per un pasto alternativo come il fast food. Tenuto conto che la ratio è quella di operare le detrazioni solo per gli studenti che usufruiscono del servizio, il deputato del Movimento 5 Stelle Luigi Iovino e il consigliere regionale M5S Luigi Cirillo, hanno presentato rispettivamente un’interrogazione a risposta scritta al ministro dell’Istruzione e una richiesta formale all’Adisurc dove chiedono che vengano restituite le quote delle borse di studio non utilizzate o che, in fase di saldo, non siano trattenute le quote per il servizio mensa di marzo, aprile e maggio.

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