“Responsabilità”: brevi storie di una società (ir)responsabile ai tempi del coronavirus

“Responsabilità” dal latino respondeo che significa letteralmente “rispondere”, ovvero rispondere a se stessi e agli altri delle proprie azioni e delle conseguenze che ne derivano.

Forse basterebbe un’ iniezione di responsabilità per sé e per gli altri per arginare l’avvento dirompente del covid- 19, comunemente detto coronavirus, in Italia e nella nostra Regione Campania.

BREVE STORIA DI IRRESPONSABILI – Raccomandano di non andare al Pronto Soccorso nel caso di sintomi da coronavirus e all’ospedale “Ottone Frangipane” di Ariano Irpino ben due pazienti eludono il pre-triage posto all’ingresso del presidio ospedaliero dove è OBBLIGO fermarsi in tali casi.

Dicono di prestare attenzione ai sintomi e al “Campolongo Hospital” una donna presenta febbre alta e tosse, ma solo dopo una settimana viene trasportata per “polmonite” all’ospedale di Eboli tra l’altro con trasporto normale, senza seguire le norme che invece prescriverebbero trasporti speciali, inoltre la stessa donna aveva omesso la provenienza del figlio da Milano.

Il decreto legislativo 65/17 del 5 marzo dispone la sospensione servizi educativi per l’infanzia e le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi professionali, master e università per anziani. Misure sufficienti? In realtà l’apertura di ludoteche private favorisce comunque le aggregazioni di bambini in luoghi chiusi; i ragazzi continuano a riversarsi nelle strade in gruppi folti, assumendo atteggiamenti non rispettosi delle distanze di sicurezza.

Cosa dire delle Università dove si sono regolarmente svolti alcuni esami e del Concorso per i Centri per l’impiego della Regione Campania che si è svolto a Fuorigrotta nella settimana appena trascorsa? Probabilmente non sono state misure sufficienti considerato che il Governatore della Campania Vincenzo De Luca ha emanato un’ordinanza che stabilisce la chiusura di tutte le discoteche e considerato il suo appello veemente nel pomeriggio di sabato 7 marzo, in cui richiama il nostro senso civico e le nostre RESPONSABILITA’, oserei dire di esseri umani, che ci impongono di prestare attenzione ai nostri comportamenti e a cambiare radicalmente i nostri stili di vita in un momento storico tanto surreale ed apocalittico quanto reale e spaventoso.

LIBERTA’ LIMITATE – Una bozza di decreto nella serata di sabato 7 marzo anticipa la chiusura della Lombardia e di tutte le zone rosse (tra l’altro aumentate rispetto alle settimane precedenti) e subito inizia la peregrinazione di giovani che dal Nord ritornano al Sud autodefinendosi “profughi”. Ad oggi sembra questo essere l’ultimo atto di umana scelleratezza, ma gli scenari futuri sono sempre in agguato a stuzzicare il nostro stupore e la nostra paura. Ed infatti nella mattinata di domenica 8 marzo spuntano nuove disposizioni per tutto il territorio nazionale e per la Regione Lombardia, accompagnate da singole ordinanze regionali e dal buon senso di vari gestori di locali che almeno nella città di Avellino hanno disposto la chiusura per i prossimi giorni. Tutte misure restrittive delle nostre libertà, misure che bloccano gli spostamenti e dispongono chiusure di tutti i luoghi di svago. Ci domandiamo e vi domandiamo se è davvero necessario arrivare alla coercizione e se sarebbe bastato il nostro buon senso, il nostro percepirci parte di un tutto, il nostro rispetto per l’ altro. Forse in una società che davvero può definirsi “civile”, sarebbe bastato il rispetto delle regole da parte di tutti per evitare paure ed allarmismi e per evitare di finire in una società del controllo che ricorda tanto il Panopticon di Bentham.

PROTEGGI TE STESSO E PROTEGGI GLI ALTRI– Intanto a Londra nessuna chiusura di scuole, di uffici pubblici, ecc. Eccesso di irresponsabilità? In realtà per adesso in Gran Bretagna la diffusione del coronavirus non è affatto paragonabile a quella italiana per esiguità (fortuna loro!) dei contagi, ma potrebbe esserci d’ ispirazione il loro spirito. Il ministro della Sanità Matt Hancock, infatti, ha affermato di non voler fare da balia a nessuno, confidando nel buon senso e nella capacità di ciascuno di autogestirsi.  “Proteggi te stesso e proteggi gli altri” è il motto inglese che potremmo  fare nostro. D’altronde è una questione di responsabilità collettiva come direbbe il filosofo francese Rambert. E come apprendiamo leggendo la “Peste” di Camus negli esseri umani possono esserci più cose da apprezzare, ma solo se restiamo solidali come il filosofo ci mostra con i suoi personaggi positivi che si mettono in prima linea per combattere quel male chiamata “peste”.

PICCOLE EVOLUZIONI Per adesso noi ricordiamoci le parole di Darwin “la specie che sopravvive è quella che è in grado di adattarsi e di adeguarsi meglio ai cambiamenti dell’ambiente in cui si trova”. Ora siamo in un vero e proprio stato d’eccezione e se vogliamo sopravvivere dobbiamo cambiare stili di vita, in fondo non credo possa essere tanto spaventoso passare più tempo a casa, leggere libri, guardare film, coltivare legami. Gli effetti sociali ed economici di questa crisi non credo si smaltiranno facilmente, ma dobbiamo fare il possibile per contenere la crisi, solo così potremo tornare al più presto a vivere una vita normale, ad andare ai concerti, a viaggiare, a toccarci senza paura.

Sara Perillo

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