Salerno, arriva “La canzone socialmente utile”. Conosciamo il cantautore Fabio Natella

Quando il tema del sociale prende il sopravvento, quando la musica e la poesia si fondono, ecco che vien fuori un modo unico di comunicare, profondo e sincero, come le parole dell’ultimo brano di Fabio Natella, in arte Fabyolin.

Fabio nasce a Salerno, classe 1980. Fin dall’età di 7 anni si avvicina allo studio del canto, sua grande passione, ma non l’unica. All’età di 14 anni comincia a scrivere le sue prime poesie (di recente si è classificato tra i primi 16 su centomila a livello Nazionale in un concorso come autore di Poesie), successivamente si avvicina allo strumento della chitarra che lo porterà ad intraprendere la carriera di cantautore.

Orgoglio salernitano e cilentano d’adozione (ama il Cilento, terra che lo accoglie sempre a braccia aperte), studia all’Accademia Nazionale come attore e regista teatrale.

Che dire, un artista a tutto tondo, poliedrico, ma soprattutto sensibile. Sensibilità che trapela dalle sue canzoni, dal suo modo di “affrontare la vita”. La sua parola d’ordine è “comunicare”, e ci riesce benissimo, vantando più di 500 live music all’attivo in 15 anni di musica.

Tra le sue ultime collaborazioni rap ricordiamo quelle con la Only Smoke Crew di Aldo Matrone, Cosimo Panico e Gerardo Chiavazzo.

L’ULTIMO SINGOLO – Il tema affrontato nell’ultimo singolo, con produzione Matteo Citro e riprese a cura di Pierpaolo Perna (out dal 10 maggio), è il tema sociale fortemente sentito dall’autore, che fa da protagonista. Tema evidenziato da parole “crude” (ABBIAMO PERSO TUTTO, LAVORO E DIGNITÀ) ma “vere” (I SOGNI DI SPERANZA SONO RIMASTI LÀ).

Traspare la voglia di cambiare, la voglia di un mondo migliore, di una società che riconosca il merito di ciascuno (LA LAUREA NEL CASSETTO – L’EUROPA NON CI ASCOLTA), per terminare con “ABBIAMO PERSO TUTTI”.

Ecco, non sono parole di rassegnazione, ma parole che ci portano a riflettere, riflettere sul senso della vita, in una società che ci sta sfuggendo di mano. Parole di protesta ma anche di speranza, di sconforto ma che trovano la forza e la voglia di venir fuori.

Un odi et amo catulliano capace di mettere in risalto l’animo profondo dell’artista, animo sensibile ai temi sociali e non solo. Animo da “poeta” quale è, capace di far emozionare. Perché lo scopo della vita non è vincere, ma crescere e condividere, ed il nostro Fabyolin l’ha capito. Le sue sono parole libere, intime, che aprono nuovi orizzonti.

“Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere” [Emily Dickinson]

Silvana Volpe

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