Tradizioni & Curiosità: “I titani dormienti sui Monti Alburni”

Guardando verso gli Alburni, dalla valle del Sele, si scorge un volto dalle sembianze umane. E man mano che ci si avvicina si ode quasi il respiro della terra. Una leggenda racconta che lì vi è un Titano addormentato per volere del dio dei mari Poseidone.

  • Le Nares Lucanae

Le narici Lucane, in latino Nares Lucanae, era la zona di passaggio detta Serra di Scorzo, tra i monti Alburni e il monte Sant’angelo. Anche Cicerone parlava delle narici Lucane perché era questo il passaggio che bisognava attraversare per entrare nella fitta ed estesa Lucania. Di qui si infiltrano i venti ed è il confine tra la Campania e Lucania. Probabilmente la parola Nares era inteso anche come cavità.

  • I Monti Alburni

le Grotte Sant’Angelo a Fasanella, Castelcivita, Fra’ Gentile, dell’Auso, Grava del Fumo e le più famose grotte di Pertosa, sono solo alcune meraviglie custodite dai monti Alburni che si estendono per ventitrè chilometri di lunghezza e dieci di larghezza. Le bianche rocce calcaree hanno molti sentieri e diversi luoghi ancora inesplorati. Per il somma poeta Virgilio, gli alburni erano un rifugio e ispirazione, pare che si recasse spesso sui monti dove inizio a scrivere le Bucoliche e delle Georgiche.

PUBLIO VIRGILIO MARONE | Mincio&Dintorni
Publio Virgilio Marone

“Tra i boschi del Sele e i querceti fitti dell’Alburno vive in grandi sciami un insetto, che in romano ha nome assillo e i Greci chiamano estro; aggressivo, col suo fastidioso ronzio atterrisce e disperde in fuga nelle selve intere mandrie di animali; un frastuono di muggiti flagella l’aria, le foreste e le rive del Tànagro in secca.”

  • La guerra Titanomachia

La continua lotta fra Zeus e i Titani che contrastavano il potere del dio, ebbe il culmine quando i Ciclopi fabbricarono la Folgore, il Kunée l’elmo per l’invisibilità e il Tridente. I titani sconfitti si rifugiarono sui monti alburni e il dio dei mari, fratello di Zeus li trasformò in pietra. Ecco perché se si osservano i monti degli alburni pare di vedere un volto dormiente.

La caduta dei Titani | Mythologiae
la caduta dei Titani
  • San Marino e il Monte Titano

San Marino uno dei quattro stati più piccoli d’Europa si erge toccato dal vento che giunge dal mar Adriatico a cavallo delle Marche e dell’Emilia Romagna. Da sempre stato indipendente, non è mai entrato nella comunità europea seppur abbia adottato la moneta comune, ha uno stato politico indipendente. Città dell’UNESCO dal 2008 ha l’indipendenza dal 3 settembre 301 tuttavia venne riconosciuta solo nel 1291.

Si può ammirare dalle tre torri una vista mozzafiato ammirando i quattro punti cardinali. Il monte su cui sorge si chiama Monte Titano. La Serenissima Repubblica di San Marino deve la sua fondazione a una famosa leggenda che vede la lotta fra Giove e i Titani. Un annale scritto da Eugippio vissuto agli inizi del ‘500 dopo Cristo, parla di un monastero sorto su un monte di Rimini chiamato Titano. (… in monasterium montis cui vocabulum est Titas super Ariminum commoratus).

Nel “Montefeltro” dell’800 ne spiega la leggenda Francesco Gola: “I Titani, orribili giganti come li descrive Dante, figli di Titano, fratello di Saturno e zio paterno di Giove, abituati a fare i bravacci, come deviare fiumi, spianare monti ed altro del genere, in un giorno caldo d’estate, dopo aver arrostito e ingoiato allegramente un centinaio di vitelli, in un momento dì eccitazione dopo il lauto pasto e le abbondanti libagioni, decisero di assaltare Giove dormiente e perciò accumularono macigni su macigni per scalare il cielo. Ma Giove, avvertito dalla dea Cibele li accolse colla sua potenza e li precipitò tutti sulla terra. Restò la montagna fatta dì macigni che fu chiamata percìò Titano”

Laura Piserchia

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