Avellino, da Monicelli all’abbandono: nuove proposte per l’ex Eliseo (FOTO)

Proprio al centro della città di Avellino, alle spalle di Corso Vittorio Emanuele II si erge un ampio palazzo rosso, luogo di ritrovo dei giovanissimi che si sono ritagliati uno spazio centrale, ma nello stesso tempo lontano dalle strade del passeggio. Il grande palazzo rosso è oggi una delle varie strutture abbandonate del capoluogo irpino. Vessillo delle varie forze politiche durante le campagne elettorali, non ha ancora trovato una sua nuova luce, una nuova veste e funzione che riesca anche a mantenere la sua “vocazione artistica”.

Il palazzo in questione è l’ex-cinema Eliseo, detto anche ex Gil ricordando la sua origine come Casa della Gioventù del Littorio.

STORIA – La struttura, infatti, fu costruita nel 1937 dal celebre architetto Enrico Del Debbio, padre anche del Foro italico di Roma. A partire dal 1966 ha ospitato il “Leceno d’ oro- festival del Cinema neorealista” all’interno del quale sono stati premiati registi e attori del calibro di Lattuada, Scola, Claudia Cardinale, Marcello Mastroianni, Monicelli. Nel 2008 la struttura è stata restaurata ed è divenuta bene patrimoniale del Comune di Avellino al quale è stato formalmente consegnato nel 2013. Nel gennaio dello stesso anno, a seguito di un incendio che colpì proprio la sala cinematografica fu costituito il Comitato Luci sull’Eliseo composto da cittadini con l’intenzione di fare luce sul passato sul presente e sul futuro dell’EX Gil.  Nello specifico il Comitato  è nato per perseguire la finalità  della valorizzazione della struttura, favorendo la costituzione di una vera e propria “Casa del Cinema”, incubatrice di idee e di progetti volti a preservare e sviluppare la cultura in generale e in particolare quella cinematografica. Possibile esempio di gestione condivisa dell’Ex Eliseo inteso come bene comune , la Casa del Cinema non ha ancora trovato una vera e concreta realizzazione.

In realtà già nel lontano 2003 furono stanziati dei fondi europei per ridare vita all’ Eliseo, si tratta del “Progetto Integrato della Città di Avellino” (PICA), strumento mediante il quale l’Unione Europea aveva stanziato 3.072.919 euro in favore della regione Campania e 542.280 euro in favore del Comune di Avellino per il restauro e il riuso, vincolandone l’uso a manifestazioni culturali e gettando così le basi per quella che sarebbe dovuta essere la “Casa del Cinema Camillo Marino e Giacomo D’Onofrio”. In particolare il progetto prevedeva il ripristino della sala cinematografica e l’utilizzo dell’Archivio Camillo Marino e della biblioteca Stiso, ma soprattutto prevedeva la destinazione d’ uso culturale e la vocazione pubblica. In soldoni in quanto Bene comune avrebbe dovuto avere una gestione condivisa ed una funzione di promozione e sviluppo culturale, così come altre strutture nazionali gestite secondo il modello del Bene Comune quali l’Ex Asilo Filangieri di Napoli e la Fondazione Teatro Valli di Roma.

Dopo anni di immobilismo istituzionale è solo a giugno 2017 che durante l’Amministrazione Foti all’interno della quale si facevano strada il Sindaco Gianluca Festa e il Vicesindaco Laura Nargi,  viene emanata una delibera su proposta dell’Assessore alla Cultura, Pubblica Istruzione e Politiche Giovanili, Bruno Gambardella, per rivitalizzare la struttura abbandonata. Con la delibera si prevedeva di istituire nel complesso ex-Gil un polo di specializzazione denominato “Casa della Cultura Cinematografica” e di individuare quale modello di gestione la Fondazione di Partecipazione (come tra l’ altro già si auspicava nel 2015 ed ancor prima nel 2011 con la delibera 80 contenente anche uno studio di fattibilità con i relativi costi di gestione). In breve si sarebbe dovuto trattare di un polo culturale senza fini di lucro gestito da una fondazione, soggetto ibrido tra pubblico e privato nel quale si sarebbero dovuti svolgere attività teatrali, museali, artistiche e sociali in generale, convegni, progetti di ricerca, ecc.

L’ELISEO OGGI – Ad oggi il progetto resta lettera morta e la struttura verte in stato di abbandono, tanto all’interno quanto all’esterno presentandosi con scritte sui muri, bottiglie rotte ed erbacce. Attualmente con la recente Amministrazione Festa le sorti dell’Ex Eliseo sono di nuovo protagoniste del dibattito pubblico. La Commissione cultura del Comune di Avellino ha riproposto la costituzione di una Fondazione per la gestione dei beni comuni della città, quindi per il rilancio non solo dell’ex Eliseo, ma anche del Teatro Gesualdo, del Casino del Principe e di Villa Amendola. Si prospetta, dunque, la realizzazione di un unico soggetto che sia incubatore degli eventi culturali avellinesi.

Lunedì 4 novembre, si è svolta un’ Assemblea pubblica con i cittadini e le Associazioni che da anni cercano di ridare lustro al palazzo rosso (Centrodonna Visioni, ImmaginAzione, Zia Lidia Social Club, Quaderno di Cinemasud, Comitato per l’Eliseo, Controvento, Comitato popolare difesa Beni pubblici e comuni “Stefano Rodotà”). La proposta del Sindaco è stata quella di cedere alcuni locali della struttura ai Carabinieri della Forestale, ritenendolo utile anche per ragioni di sicurezza. In realtà già i consulenti esterni del Comune Giulio Banfi (Presidente dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli) e Carmela Fedele (ex Dirigente del Comune di Napoli) si sono espressi negativamente in merito a tale proposta. In questo modo, infatti, non verrebbe rispettata la destinazione d’uso prevista per la ristrutturazione dell’Ex Gil, venendo meno quella vocazione artistica che ha caratterizzato da più decenni la struttura.

In attesa di nuove dichiarazioni ci domandiamo se lasciare la gestione di strutture fondamentali per lo sviluppo culturale della città di Avellino al susseguirsi di amministrazioni spesso in contrasto tra loro non rischi di far perdere stabilità alla gestione di tali beni che al contrario potrebbero essere gestiti da una soggettività pubblica di cui primario resta l’interesse allo sviluppo della città e al mantenimento di un senso di coesione.

Sara Perillo

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