Battipaglia, rifiuti che bruciano: il giro di valzer delle proroghe

«Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova». (Agatha Christie)

In quanto tempo, dal momento del suo innesco, si propaga un incendio? Uno dei fattori è il livello di infiammabilità del combustibile utilizzato: si va da pochi secondi a qualche minuto prima che le fiamme divampino e tutto inizi a bruciare.

Quando si tratta di balle di rifiuti, invece, “l’innesco” è vecchio di qualche anno. Risale a quando la tratta dei rifiuti è diventata un affare da capogiro che fa gola a tanti a discapito di molti.

L’incendio dello scorso sabato, che ha bruciato balle di rifiuti di proprietà della New Rigeneral Plast, ferme su piazzale, non è il primo disastro che ha infettato la città di Battipaglia. È non è nemmeno il primo incendio da curriculum per l’azienda.

Facendo un salto temporale di due anni, precisamente al giugno del 2017, fu la Sele Ambiente, di proprietà di Morgan Meluzio – che nel 2015 fu posto agli arresti domiciliari a seguito dell’operazione Amorzinha, per i reati di associazione a delinquere, intestazione fittizia di beni, tentata truffa aggravata ed emissione di fatture false, con la confisca di beni dell’ammontare di circa 50milioni di euro, tra cui lo stesso stabilimento – ad andare a fuoco. Un incendio che bruciò un grosso quantitativo di rifiuti, la produzione e il lavoro dei dipendenti, licenziati e poi riassunti (non tutti).

Nel settembre dello stesso anno, a seguito di controlli effettuati dall’ARPAC, quest’ultima dichiarò ufficialmente il disastro ambientale scongiurato e, con firma della dirigente regionale al governo del territorio, Anna Martinoli, il rogo della Sele Ambiente venne archiviato e fu ritirata la sospensione delle attività.

Constatato, però, lo stato di criticità dell’opificio a causa dello stazionamento di rifiuti accumulati per superamento di quantitativo autorizzato, e alla mercè di agenti atmosferici, il Settore Ambiente e Rifiuti della Provincia di Salerno emitte diffida alla Sele SPA Srl.

Nel gennaio del 2018, l’ente provinciale cancella la Sele SPA dai registri delle imprese in procedura semplificata senza notificare l’accertamento della risoluzione oggetto della diffida.

Tramite istanza di voltura di febbraio 2018, la Sele Ambiente va in liquidazione e cambia nome in New Rigeneral Plast, con Vito Lamonica unico amministratore, acquisendo quindi la responsabilità di risoluzione della procedura di bonifica dell’impianto.

A maggio 2018, la Provincia di Salerno autorizza il Comune di Battipaglia ad emettere ordinanza di sgombero rifiuti all’indirizzo della New Rigeneral Plast, dopo che l’ente comunale, in seguito l’ispezione effettuata presso lo stabilimento di via Bosco II, riscontrava la persistenza dei rifiuti e la manca di un cronoprogramma di smaltimento.

Dopo incontri tra l’ente comunale e l’azienda, e la presentazione di un programma della durata di un anno per lo smaltimento – non accettato perchè ritenuto troppo lungo -, con un’ordinanza datata 12 luglio 2018 il comune ordina alla New Rigeneral Plast di risolvere la criticità entro 60 giorni.

Mentre nell’estate del 2018, su richiesta di acquisizione di ramo d’azienda, Pasquale De Sarlo, figlio dell’imprenditore Antonio De Sarlo, rilevava i capannoni della New Rigeneral Plast, presentando una nuova istanza di voltura alla regione come “AP Ambiente” per ampliamento, allo scadere dei termini previsti (10 settembre) la New Rigeneral chiede una proroga di ulteriori 60 giorni necessari alla bonifica. 

Il 9 novembre dello stesso anno, a scadenza della proroga, l‘azienda richiese un’altra proroga a causa dello sversamento di rifiuti operato da ignoti durante la notte, causa di ostruzione alle attività e allo procedimento di rimozione delle ecoballe.

A gennaio del 2019, scaduta anche la seconda proroga, viene rettificata amplianto i termini in un totale di 230 giorni a partire dal 9 novembre, spostando la scadenza alla fine dello scorso maggio.

Per non aver rispettato nemmeno i termini di quest’ultima proroga, è scattata la denuncia immediata da parte della Polizia Municipale passando di fatto l’incarico al Comune di Battipaglia, così come disposto dall’articolo 192 del codice dell’ambiente«Il Sindaco dispone con ordinanza le operazioni a tal fine necessarie ed il termine entro cui provvedere, decorso il quale procede all’esecuzione in danno dei soggetti obbligati ed al recupero delle somme anticipate».

Nel frattempo, sempre questo maggio, il rappresentate Vito Lamonica passa il testimone ad un nuovo amministratore: Valeria Maria Rodriguez.

Alle ore 15 circa di sabato 3 agosto, in un terreno adiacente alla AP Ambiente, divampa un grosso incendio. Diverse ecoballe vanno in fiamme. Sono quelle della New Rigeneral Plast, quelle che andavano sgomberate. Una spaventosa colonna di fumo nero si erge verso l’alto, insieme alla rabbia dei cittadini, alla prostrazione dei comitati e delle associazioni ambientali, all’ondata di figure politiche, o presunte tali, accorse a guardare. Più da vicino.

Tutti si accusano: dal cittadino all’ente e dall’ente alle aziende di smaltimento rifiuti; dalle aziende, alla cattiva gestione della raccolta differenziata; dagli “onorevoli” che si riempiono la bocca, agli affaristi della monnezza. Perché l’unico riciclo che funziona bene è quello che trasforma la spazzatura in denaro.

E se tre indizi fanno una prova, quattro incendi in tre anni cosa fanno?

Jessica Moscato

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