Essere Donna: Combattere i fibromi con l’embolizzazione uterina

Con la premessa che chi scrive non è un medico e non ha alcuna conoscenza, se non elementare dell’argomento che trattiamo in questo articolo, parlerò dell’embolizzazione del fibroma uterino.

Cos’è il fibroma uterino?

Il fibroma è un tumore benigno ed è una delle patologie ginecologiche più frequenti. È una massa nodulare formata da tessuto muscolare e fibroso che può avere dimensioni che variano da pochi millimetri a diversi centimetri.
(Fonte: GMV Care&Research – Il Gruppo Ospedaliero Italiano)

Lo scopo di questo articolo è informativo e invita a chi fosse interessato a saperne di più ad informarsi presso le strutture e gli specialisti di competenza.

Perché scriverne, allora?

Mi sono imbattuta nella testimonianza di alcune donne a cui è stato diagnosticato uno o più fibromi e che hanno dovuto affrontare – anche più di una volta nella loro vita – interventi chirurgici mirati, col fine di annientare una patologia che incideva fortemente sulla qualità della loro vita.

Gli interventi chirurgici operati sono diversi e le pazienti sono indirizzate in base alla natura stessa del fibroma o alla sua gravità.

La miomectomia (intervento chirurgico finalizzato alla rimozione dei fibromi uterini), la laparoscopia o la laparotomia sono le procedure mediche più diffuse; nei casi più gravi, considerando anche l’età della paziente, spesso bisogna procede con l’isterectomia, l’asportazione completata dell’utero.

Le donne che ho incontrato, mi hanno raccontato della difficoltà nell’affrontare questo percorso e della paura sul proprio futuro, colpite nel vivo della loro femminilità.

Sentirsi dire nel pieno della propria vita che è necessario procedere alla rimozione del proprio utero, non è di certo come dire “chiusa una porta se ne apre un’altra”. Soprattutto se hai quarant’anni e ti viene detto che non è poi “così grave”, visto che non si è quasi più nei termini per considerare un’eventuale gravidanza.

Nelle parole di queste donne ho scorto tutto il dolore di un’esperienza che dal punto di vista scentifico non sarà di certo invalidante in senso stretto, ma nel profondo di queste donne è vissuta come una “mutilazione”.

Alcune di loro, dopo aver consultato più specialisti e aver condotto alcune ricerche, sono venute a conoscenza di una pratica chirurgica poco conosciuta: l’embolizzazione uterina.

L’embolizzazione dei fibromi uterini è un’alternativa mini-invasiva alla chirurgia per l’eliminazione dei fibromi uterini, che consiste nell’occludere in modo selettivo i vasi sanguigni che apportano nutrimento ai fibromi.
(Fonte: Humanitas)

Incuriosita dalla scarsa informazione in merito questo intervento che – sempre nei casi in cui è possibile procedere con questa pratica, potrebbe scongiurare la temuta isterectomia -, ho condotto ricerche nel mio piccolo scoprendo che invece esistono tantissimi articoli pubblicati su siti che scrivono di medicina, ma che la pecca principale è che le nostre strutture ospedaliere (soprattutto nel Sud Italia) non sono attrezzate.

Infatti, l’embolizzazione uterina deve essere praticata dal radiologo interventista, “effettuata tramite l’impiego di materiali embolizzanti che sono introdotti mediante catetere, nella vena femorale destra, ed è eseguita generalmente in anestesia locale con il catetere inserito sotto controllo radiologico in sala angiografica”.

Alcune delle donne che ho ascoltato, a seguito delle loro ricerche, hanno conosciuto la pratica dell’embolizzazione uterina e i medici che in Italia intervengono con essa, presso le strutture ospedaliere in cui operano, sul gruppo informativo di FacebooK Salva il tuo utero dal fibroma. Embolizzazione uterina/isterectomia & co.

Sulla piattaforma, le donne affette da fibroma uterino si confrontano con le loro esperienze facendo “rete solidale”, con lo scopo di far fronte comune contro lo stesso nemico.

Jessica Moscato

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