Il lugubre mondo sotterraneo di Napoli e Parigi: miti e leggende legati al culto dei morti

Se secondo il gemellaggio solo Roma è degna di Parigi e solo Parigi è degna di Roma, possiamo sottolineare come anche Napoli presenti degli elementi in comune con la capitale francese. Uno degli elementi che accomuna l’antica capitale del Regno di Napoli, stato fantoccio governato da Napoleone, che proprio dai castelli vicino Parigi decideva le sorti di mezzo mondo, è stato per lungo tempo un luogo di macabri sortilegi, di magie e di leggende. Si tratta di luoghi tetri, ma che da qualche anno sono diventati vere e proprie attrazioni turistiche. Si tratta delle “catacombe” di Parigi e il Cimitero delle Fontanelle di Napoli.

PARIGI – Per quanto riguarda Parigi e le “catacombe”, le virgolette sono d’obbligo perché, in realtà, si tratta del luogo dove gli scheletri di buona parte dei cimiteri parigini precedenti al 1861 sono stati raggruppati. Il richiamo alle necropoli dell’antica Roma è allora evidente, ma le due realtà sono estremamente diverse. Al di sotto di Parigi esiste un gomitolo di tunnel incredibile. Questi si estendono per oltre 280 chilometri e solamente lo 0,5% (circa 1,7 chilometri) sono occupati dall’ossario delle “catacombe”.

All’interno dell’ossario sono presenti i resti di oltre sei milioni di persone, un numero esorbitante che fa di questo luogo la necropoli più importante del mondo. Le ragioni che hanno spinto le autorità e la curia a creare questo immenso “deposito d’ossa” sono
principalmente due. Si tratta innanzitutto di una questione di salubrità. Le condizioni in cui venivano seppelliti i morti nelle periferie e soprattutto sotto e intorno alle chiese erano estremamente poco salubri, data soprattutto la grande quantità di corpi in putrefazione.
La seconda questione è, banalmente, la mancanza di spazio. Basta pensare che oggi il territorio comunale di Parigi è inferiore a quello di una città di 40mila abitanti come ad esempio Eboli (SA), ma già dopo la prima metà del 1800, periodo in cui la necropoli è stata portata a pieno regime, la città contava oltre 2 milioni di persone.

Parigi

Tutti i cimiteri parrocchiali, in centro città, vennero chiusi per lasciare spazio a tre (divenuti poi quattro) grandi cimiteri suburbani, i più famosi dei questi sono il cimitero di Montmartre e quello di PèreLachaise, quest’ultimo legato agli avvenimenti della Comune di Parigi del 1871. Le “catacombe” di Parigi sono sempre state conosciute dai Parigini e dai Francesi in generale. Anche Victor Hugo, nei Miserabili, cita queste “catacombe”. Numerose personalità di spicco trovano qui riposo. È il caso, per esempio, di Antoine Portal, noto anatomista dell’epoca e fondatore dell’Accademia Nazionale di Medicina. Le “catacombe” di Parigi sono divenute accessibili al pubblico quasi da subito, nel 1874, soprattutto per coloro che volevano porgere una preghiera in loro nome. Le “catacombe” sono divenute un’attrazione turistica nel 2002, quando sono state riconosciute come sito della storia e della memoria di Parigi. Nel 2017, queste hanno accolto più di 530.000 turisti.

NAPOLI – Il Cimitero delle Fontanelle di Napoli ha dimensioni e storia diverse dalle “catacombe” parigine. Di costruzione precedente rispetto alle prime (di circa due secoli), la necropoli napoletana accoglie tra i 40 e 50 mila corpi di persone morte a causa principalmente della grande peste del 1656 e del colera che si è abbattuto su Napoli e dintorni nel 1836. Di dimensione molto inferiore a quella parigina, la necropoli napoletana si estende su circa tre mila metri quadrati. La necropoli è stata ricavata in antiche cave di tufo, utilizzato per costruire gli edifici.

Il Cimitero è stato aperto al pubblico nel 1872, che vi si recava qui soprattutto per perpetuare il cosiddetto culto delle “capuzzelle”. Si tratta di un vecchio rito atto a venerare alcune teste in particolare che mostrano determinate caratteristiche, come la sudorazione. Gli abitanti che vi si recavano qui per pregare pensavano che fossero i resti di anime purganti che avessero bisogno di cure e di preghiere per poter essere accettate in Paradiso. Il culto terminò nel 1969 per mezzo di un decreto del Tribunale ecclesiastico, preoccupato dell’aumento del feticismo verso queste teste. Venne deciso che una messa mensile fosse in nome dei defunti nella chiesa di Maria Santissima del Carmine, presente nel Cimitero. Quest’ultimo è stato riaperto al pubblico e ai turisti nel 2010.

Napoli

IL CAPITANO – Alcuni dei teschi (delle capuzzelle) presenti nel Cimitero sono divenute oggetto di devozione. Tale è la sorte toccata alla capuzzella del Capitano. La leggenda più conosciuta riguardante il Capitano concerne una giovane coppia che si sarebbe dovuta sposare di lì a poco. La ragazza, profonda devota del teschio, vi si recava costantemente per avere delle grazie. Il ragazzo, scettico, decise di accompagnare, per una volta, la ragazza al Cimitero delle Fontanelle. Questo iniziò a deridere il teschio, infilzando un bastone in un occhio. Il giorno del matrimonio arrivò e al banchetto si presentò un capitano dei Carabinieri. Lo sposo, incuriosito da tale presenza, chiese a questo chi fosse e cosa volesse. Egli rispose che era stato proprio lui ad invitarlo, conficcando il bastone nella cavità degli occhi.

Francesco Mirra

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